Ho scoperto che esistono ancora gli indovini. Sopravvivono perché esiste ancora chi ci crede ed è disposto a pagare per farsi leggere le carte. Esiste ancora chi crede alle persone che asseriscono di prevedere il futuro e forniscono anticipazioni sulle sorti del prossimo in cambio di un’offerta. In genere quindici, venti euro a colloquio. L’indovina di cui mi hanno parlato vive in un paese dell’alta Gallura e riceve previo appuntamento. Donne, uomini, minorenni. Non c’è, ovviamente, nessuna traccia scritta o dimostrabile della sua attività. La sua pubblicità è il passaparola, il chiacchiericcio paesano di chi le attribuisce con convinzione queste facoltà soprannaturali. Di bocca in bocca, questa fama è cresciuta e in misura proporzionale i clienti, che si prenotano per sapere cosa riservi loro il domani. Chi si è sottoposto ad un colloquio con lei, ne è rimasto folgorato: “Sapeva tutto della mia vita senza mai avermi visto né conosciuto prima”. Se appena appena si approfondisce la natura del colloquio si scopre che le risposte dell’indovina sono generiche, vaghe, contenute dentro il largo perimetro dell’approssimazione, basate magari su informazioni sommarie che nella piccola provincia, dove ci si conosce tutti, sono facilmente a portata di mano. Ma basta una risposta azzeccata per convincere il cliente, facilmente suggestionabile. C’è bisogno, in questo paese con sempre più preoccupante carenza di facoltà critiche, di chiamare certe persone con l’appellativo più giusto: venditori di illusioni. Non tutto quel che esiste ci è visibile e non tutto può essere spiegato con la scienza e le sue formule matematiche, lo sappiamo. Ma sappiamo anche quale possa essere la credibilità di un santone con apposita tariffa per ogni prestazione. Ognuno può spendere i soldi come meglio crede, ma chi vende qualcosa dovrebbe essere tenuto a spiegare la qualità della merce che somministra e quale titolo abbia per chiedere denaro in cambio di una prestazione. In questo caso, denaro in cambio delle previsioni del tempo, non atmosferico ma esistenziale. Del resto, c’è poco da sorprendersi: la Rai, servizio pubblico d’informazione, alla domenica mattina impernia una sua trasmissione attorno alla classifica dei segni zodiacali, in modo che milioni di ascoltatori possano conoscere fortune e inciampi della settimana seguente attraverso le posizioni astrali. E quindi il mio stupore è inutile.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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