Il personaggio del giorno di oggi è un signore di 73 anni. Un vecchietto si direbbe, di quelli che seguono i lavori in corso nelle piazze o che criticano la gioventù che passa seduti sulle panchine. Invece, il nostro protagonista, nei recenti campionati italiani master di atletica, ha stravinto in ben tre specialità con dei risultati straordinari, che lo candidano ad essere tra i favoriti ai prossimi campionati del mondo di atletica master nella sua categoria d’età. Il nostro personaggio, a 73 anni suonati, è in grado di superare un’asticella posta a quasi un metro e mezzo di altezza e di balzare in lunghezza per quasi 4 metri e mezzo. Provate a misurare a casa vostra, quanto sono 4 metri e mezzo. Giusto per farvi un’idea. Ma all’agilità, il nostro personaggio abbina anche la tecnica e la forza, perché è in grado di scagliare, nella specialità del getto del peso, una palla di ferro pesante 7,2 chili a oltre 11 metri di distanza. Per la cronaca, questo arzillo vecchietto, in grado di far mangiare la polvere ad atleti molto più giovani di lui, detiene il primato mondiale over 65 di salto triplo, con 11 metri e 26 cm, che si unisce alle decine di allori non solo nazionali, ma anche mondiali, già vinti nelle diverse specialità dell’atletica leggera. E, visto che c’è, fa anche qualche gara di nuoto, naturalmente vincendola. Un caso più unico che raro che unisce longevità ed eclettismo atletico nello stesso tempo. Ma il nostro personaggio non è propriamente uno sconosciuto del mondo dello sport: i calciofili e i collezionisti di figurine Panini lo ricorderanno come portierone di serie A negli anni ’70, con Perugia, Fiorentina, Reggiana, Parma e con il miracoloso Cesena che, grazie anche alle sue parate, giunse in Coppa Uefa. Stiamo parlando di Lamberto Boranga, uno di quei personaggi amati anche per l’istrionismo con il quale interpretava il suo ruolo di portiere un po’ fuori dalle righe. La sua vita calcistica è ricca di episodi e di aneddoti, come la tazzina di caffè che amava bere durante il secondo tempo quando il gioco era dall’altra parte del campo, o i ceffoni che amava dare ai simulatori che si buttavano in aera di rigore. Ma a differenza di altri giocatori conosciuti per il loro temperamento eccentrico, Lamberto Boranga era uno dei rari laureati tra i professionisti del calcio. Era infatti laureato in biologia. Ma non solo: riuscì nell’impresa di ottenere una seconda laurea, in medicina, a 38 anni, quando ancora difendeva i pali a livello professionistico. Come abbia fatto a conciliare lo studio, l’obbligo di frequenza, la pratica ospedaliera, con i raduni, gli allenamenti e le trasferte in giro per l’Italia, resta un mistero che solo una particolare vocazione al sacrificio e al lavoro, unita ad una grande passione, può spiegare. Oggi Lamberto Boranga si divide tra la passione dello sport e la professione di medico che ancora svolge, specializzato, ovviamente, nella medicina sportiva. Segue nello staff sanitario diverse squadre di calcio di varie categorie. E’ rimasto celebre l’aneddoto di diversi anni fa, quando seguiva come medico una squadra dilettantistica umbra. All’epoca aveva 50 anni. Si erano infortunati tutti i portieri della rosa, per cui finì per scendere in campo, naturalmente facendo un figurone. A 50 anni doveva essere ancora, relativamente, un ragazzino, se pensiamo che da allora, diverse squadre di prima e seconda categoria lo hanno voluto tra i pali, fino praticamente ad oggi. E non solo grazie all’esperienza e al senso della posizione, a giudicare dai test atletici. Soprattutto è la lotta contro il doping a vederlo da sempre come protagonista. Boranga sostiene, infatti, che gli effetti nocivi alla salute del doping, negli atleti, lasciano il segno anche negli anni a venire. E se l’antidoping, negli ultimi anni, ha raggiunto un buon livello, resta il vizio della cocaina a essersi diffuso nel mondo del calcio e a provocare effetti devastanti nei calciatori. Ma il miracolo di longevità atletica di Boranga non è solo figlia di un DNA speciale. Dopo una gioventù un po’ scapestrata, lasciato l’alcool e le sigarette, Boranga, seguendo anche le sue ricerche mediche, si è dedicato ad un sano ed esemplare stile di vita. Boranga è dunque uno scienziato che sostiene che la ricetta per una età matura sana e attiva risiede nell’idea che, in realtà, noi siamo programmati, secondo recenti ricerche, per campare 120 anni, ma è il nostro stile di vita che, per sottrazione, riduce quella vita programmata delle nostre cellule. Se fumi, bevi, mangi scorrettamente, non fai la giusta, moderata e controllata, attività fisica, dormi poco e male, non hai una soddisfacente attività sessuale, non ti interessi delle cose del mondo, non ti poni obbiettivi, ti stressi inutilmente, i 120 anni di vita programmati si riducono in proporzione. La cosa bella, di tutto questo che ci racconta Boranga, è che per campare a lungo e invecchiare bene, tutto sommato, non occorre fare grandi sacrifici, ma avere solo una gran voglia di godersi la vita senza eccedere in vizi e preoccupazioni inutili. La prossima sfida dell’highlander Boranga? il record mondiale di categoria nel decathlon, la specialità più complessa dell’atletica leggera.
Foto Fidal
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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