È del tutto normale che certi alberghi costieri della Sardegna, a Natale, siano chiusi? Non sempre. Specie se privati e amministrazioni pubbliche avevano stipulato precisi accordi per l’allungamento della stagione. Quello che vedete nella foto, scattata nel giorno di Natale, è l’hotel Romazzino. È uno dei quattro alberghi extralusso che l’Aga Khan fece costruire negli anni sessanta, agli albori della Costa Smeralda. Questi quattro alberghi restano, ancora oggi, i più esclusivi della Sardegna. Dormirci per una notte costa un botto, per meglio esplicitare il significato di “esclusivo”. L’hotel Romazzino, però, a Natale era chiuso. È chiuso da fine settembre, per essere precisi. Tutto normale, perché per noi è impensabile che in pieno inverno il turismo balneare possa funzionare. La Costa Smeralda in questo periodo dell’anno è un villaggio fantasma, come tutti sanno. Invece tutto questo non è proprio così ovvio. E ora vi spiego perché. Se io avessi fotografato qualche anno fa l’hotel Romazzino, la sua superficie complessiva mi sarebbe apparsa molto ridotta a quella attuale. Questo perché nel 2009 Tom Barrack, allora padrone della Costa Smeralda, aveva ottenuto dal Comune di Arzachena una serie di licenze edilizie per l’ampliamento e la ristrutturazione di questi alberghi. L’iter di questi permessi fu molto lungo e tormentato – tralascio la vicenda giudiziaria tuttora in corso, irrilevante ai fini del mio resoconto – perché non si vedeva quale spiraglio normativo potesse permettere questi ampliamenti: in quella fascia di costa, secondo la disciplina vigente, neppure un metro cubo in più poteva essere costruito. Finché questo spiraglio non venne individuato nel cosiddetto Piano casa, quella legge che consentiva un aumento del 20 per cento delle cubature di ogni immobile purché venissero rispettate certe linee guida. Tralascio anche ogni osservazione sulla coerenza di un intervento simile attuato attraverso il Piano casa, oggetto a suo tempo di furiose discussioni.
Per farla breve, le licenze vennero rilasciate e gli ampliamenti avviati e completati. Il Comune di Arzachena pose però delle condizioni. Pretese cioè delle garanzie da Barrack, garanzie contenute nella convenzione stipulata tra le parti. Quegli ampliamenti sarebbero dovuti servire ad allungare la stagione turistica, rendendo fruibili le strutture anche in inverno con la costruzione di piscine coperte e centri benessere. Cosicché il Romazzino potesse trasformarsi in una specie di centro fitness, appetibile per un certo target di utenti anche nelle feste natalizie. Vuoi mettere fare il bagno in una piscina riscaldata, con la vista del mare smeraldo sotto il naso? Il Comune volle che la realizzazione di queste strutture avesse la priorità: piscine coperte e spa dovevano nascere prima di ogni altra cosa, ad esempio prima delle suite staccate dal corpo centrale dell’albergo, previste nel progetto e poi regolarmente edificate. Quelle che, ad agosto, vengono affittate a 175 mila euro a settimana.
Quel cemento in più è servito ad allungare la stagione? No, non è servito. I periodi di apertura sono sempre più brevi, i contratti dei lavoratori sempre più striminziti e a Natale gli alberghi restano chiusi, senza che l’amministrazione comunale abbia mai chiesto conto di questa riduzione. Neppure ponendola in relazione al rilascio di quelle licenze edilizie, che sarebbero dovute servire proprio a dilatare la durata delle annate turistiche Però è certo che, anche grazie a quegli ampliamenti, Tom Barrack poté rivendere le quote di maggioranza della Costa Smeralda ad un valore nettamente superiore rispetto al prezzo a cui le acquistò, sette anni prima. C’è stata qualche ricaduta duratura sul territorio? Nessuna, ad esclusione dei pochi mesi di lavoro di quelle ditte interessate dall’appalto. Queste faccende di licenze edilizie, cemento e contropartite vanno sempre valutate da una prospettiva ampia, complessiva, che solo il tempo ci consente di avere. Oggi possiamo dire che – come nel caso dell’hotel Romazzino – non è sempre normale che un albergo sulla costa resti chiuso per tutto l’inverno.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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