Per valutare il loro grado di comprensione del testo, spesso sottoponevo ad una prova gli studenti delle classi in cui ho insegnato in quest’ultimo anno: la lettura di una notizia estratta da Lercio.it. Stava a loro rispondere se la notizia fosse vera o inventata. Ieri, leggendo su Lercio.it le reazioni alla richiesta di accogliere i vucumprà sotto l’ombrellone, attribuita per scherzo a Laura Boldrini, ho capito che il test andrebbe esteso a buona parte della popolazione italiana. Ci tornerò tra un attimo. Per chi non lo sapesse, Lercio.it è un sito web che lancia news palesemente false, che estremizzano vizi e caratteristiche del nostro tempo facendoli apparire comici sino al ridicolo. Per fare un esempio, qualche giorno fa si annunciava una disposizione della compagnia Ryanair ai suoi piloti: l’ordine di far precipitare l’aereo, qualora uno dei passeggeri avesse azzeccato il biglietto fortunato al Gratta e vinci. La notizia è ovviamente falsa, ma fa ridere perché porta al paradosso la nota politica di risparmio delle compagnie aeree low cost. Però le invenzioni di Lercio non sono sempre così facilmente distinguibili, almeno ad una prima occhiata. Lo scorso anno avevo mandato la mia fake news, che Lercio accolse: si anticipava la decisione del sindaco Raggi di sospendere i servizi di trasporto pubblico, in modo da combattere la piaga dei portoghesi che viaggiano senza biglietto. Leggendo le reazioni, avevo capito che in molti ci erano cascati e si erano lanciati in approfondite analisi politiche su una balla, frutto di una mia invenzione. Ieri mi sono soffermato sulla notizia della Boldrini che, secondo Lercio, propone l’obbligo per i bagnanti di offrire uno spazio sotto l’ombrellone agli accaldati ambulanti extracomunitari che battono le nostre spiagge. A condividere la notizia – sottolineandola con chiose allarmistiche, in maiuscolo, sulle loro bacheche – ho sorpreso anche gente che ha avuto incarichi politici di un certo rilievo, professionisti e altri soggetti con ruoli di responsabilità che presupporrebbero la loro capacità di distinguere, immediatamente, una invenzione per strappare una risata dalla realtà. Invece questa gente abbocca, resta nel dubbio, commenta la notizia come fosse vera, lancia l’ennesimo allarme sull’africanizzazione dell’Italia sostenuta da figure istituzionali di primo piano. E invece è una bufala di Lercio, che questi però non sanno distinguere. Un po’ come quelli che vi mandano via chat le catene di Sant’Antonio per mettervi in guardia da truffe telefoniche o hacker, senza minimamente verificare se si tratti di un pericolo reale o di una bufala della rete. Non è questione di intelligenza. È questione, credo, di desuetudine alla lettura, di mancanza di allenamento nell’interpretazione dei registri e dei toni del linguaggio. È un problema, fondamentalmente, di sciatteria, di scarsa attenzione e ancor meno voglia di approfondire. Nel caso della notizia falsa della Boldrini che invita alla condivisione degli ombrelloni, vi è anche l’istinto irrefrenabile di molti di assecondare il proprio razzismo. Un pregiudizio che alimenta superficialità e accresce l’ignoranza da cui nasce. Io il test di Lercio, a scuola, lo renderei obbligatorio. A maggior ragione, lo imporrei a chi ricopre una carica politica. Come puoi amministrare per il popolo, se manco sai riconoscere una cazzata di Lercio?
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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