In occasione delle campagne elettorali spesso vengono a galla animosità e astio più congeniali alla curva sud del Sant’Elia che non ai banchi di un Consiglio Comunale speranzoso di formarsi, con tanto di esponenti incravattati. Ma è perfettamente inutile presentarsi con l’abito buono se le maniere sono quelle di un camallo.
Questi i fatti di ieri:
Forza Olbia, una lista civica eterogenea in corsa per le comunali, con candidato sindaco Vanni Sanna nonché Presidente dell’attuale Consiglio Comunale, dirama una specie di video-spot elettorale. Un brutto filmato che inanella numerose foto di attentati dinamitardi avvenuti nella città gallurese nel corso degli ultimi anni. A un tratto, fra l’accozzaglia di immagini scomposte, fa capolino un primo piano di Ivana Russu (assessore alle Politiche Giovanili con delega alla Polizia Locale n.d.r.). Il messaggio è chiaro, semplice e banale, in modo che sia comprensibile anche ai meno dotati intellettualmente. Soprattutto a loro, diciamo. Una logica lineare per allargare la forbice di spettatori in grado di recepirlo: “Se c’è stato tutto ciò la colpa è sua!”
Un attacco ignobile e non perché l’assessore Ivana Russu sia una donna. Non riesco a ipotizzare un minor peso se la vittima fosse stata un uomo, o forse sì. Ma solo nella misura in cui l’ergastolo è meno grave rispetto alla pena di morte. Resta un’aggressione la cui bassezza arriva a bypassare anche la questione di genere, innalzandosi a oltraggio della persona.
Forse sono all’antica e i vaffanculo day, gli insulti strillati sguaiatamente da qualche esponente politico non hanno ancora raggiunto lo scopo di svilupparmi gli anticorpi verso la trivialità morale, più che quella verbale. E m’indigno. Vagheggio ancora un codice di comportamento che di fronte al vessillo di una poltrona in consiglio comunale non faccia abdicare alla civiltà, alla correttezza e al decoro. Non m’interessa se siete saliti su un treno veloce e l’obiettivo lo dovete raggiungere ad ogni costo e ad ogni prezzo, anche quello dell’indecenza.
Mi preoccupa questo modo di comunicare, l’incivile lancio di melma sull’avversario per elevarsi.
Mi preoccupo per i ragazzi che si avvicinano al voto per la prima volta e, senza difese immunitarie, assistono a un’apoteosi di meschinità.
Mi preoccupo perché non è il gesto impulsivo di un adolescente dissennato da guardare con occhio compassionevole, ma un’azione generata da una certosina pianificazione con le mani colme di pietre.
Mi preoccupa perché pensavo che l’apice del degrado politico fosse ormai raggiunto e non si potesse andare oltre.
Non so esattamente quale sia il programma della Coalizione Forza Olbia, né il modus operandi che i suoi esponenti intendano adottare qualora riuscissero a raggiungere l’agognata meta. Ma nemmeno mi prenderò la briga di colmare la mia lacuna.
E sapete perché non lo faccio?
Hai presente quando ti siedi al tavolo di un ristorante, un po’ affamata e un po’ curiosa, chiedi al cameriere quali siano gli ingredienti di una pietanza e il primo che ti elenca è talmente nauseabondo che ti fa passare la fame e l’interesse verso gli altri che la compongono? Ecco così.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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