Tra i mille protagonisti di questa storia elettorale che ha frantumato residue certezze e vecchie consuetudini metodologiche di giudizio, ce n’è uno che secondo me è il personaggio del giorno. L’ingegnere Paolo Berdini, uno dei più importanti urbanisti italiani, tra le più note espressioni della cultura urbanistica e ambientalista della sinistra italiana, ora assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici nella giunta romana 5 Stelle di Virginia Raggi. Personaggio del giorno perché basta da solo a farci riflettere su quanto questo fuoco grillino possa non essere soltanto di paglia e meriti una riflessione appena più approfondita e basata su argomenti diversi dal populismo, l’antipolitica e tutto l’armamentario analitico sul fenomeno 5 Stelle che io per primo uso. E’ possibile che una sindaca alla quale la vulgata della sinistra, del Pd e di molta destra attribuisce soprattutto la poca indipendenza politica e amministrativa e la dipendenza diretta dai dirigenti del suo gruppo politico, possa affidare il settore amministrativo più importante a uno che certamente non si lascerà condizionare dai 5 Stelle? Lo chiedo all’architetto Sandro Roggio, uno dei maggiori urbanisti e studiosi di urbanistica in Sardegna e anch’egli espressione di quel mondo della sinistra ambientalista italiana. Conosce bene Berdini: “Sono sicuro che abbia le caratteristiche per affrontare i temi urbanistici di Roma con la indispensabile autonomia dai partiti e anche dal movimento 5 Stelle”. L’opinione di Roggio è che Berdini abbia accettato “soltanto quando Virginia Raggi gli ha garantito l’indipendenza delle valutazioni sulle gravi patologie della Capitale, presupposto essenziale per decidere le cure”. Insomma, l’urbanista sardo è certo che “nessuno riuscirà a fare dire o compiere a Berdini cose che non pensa”. Ma garantirgli indipendenza non basterà. Bisognerà anche garantirgli appoggio. E protezione. Berdini, l’intransigente scrittore urbanista, non ha litigato soltanto con l’editore del Messaggero Gaetano Caltagirone o con i tifosi della Roma per le sue critiche al nuovo stadio, ha nemici anche più pericolosi nel clima mafioso di Roma, se si pensa a quanto un personaggio simile per la prima volta in un posto di estremo potere e autonomia possa danneggiare gli interessi diretti e indiretti dei tanti palazzinari che agiscono nell’illegalità. Sapranno la sindaca e le nuove categorie politiche che la sostengono, oltre al dissenso che sono riusciti a intercettare, ad appoggiare e proteggere la vera rivoluzione romana, che sarà quella dell’urbanistica di Berdini? L’ingegnere ha le idee chiare. Roma è una città fallita ma soltanto la Raggi e Fassina hanno posto il problema della rinegoziazione del debito. E la causa di questo debito è soprattutto l’anarchia urbanistica che da decine di anni governa Roma. Insomma, la sua è l’unica vera dichiarazione di guerra a Mafia Capitale. Lui lo sa. Lo sa anche la Raggi? E come si comporterà quando l’urbanista sceriffo nato e cresciuto nella sinistra comincerà bloccare il consumo del suolo e fare strame della politica delle deroghe? Secondo me sono queste le vere domande ed è qui il senso da studiare, da scoprire, di questa piccola rivoluzione elettorale. Berdini è a livello nazionale il simbolo dell’”hic Rhodus hic salta” che i cittadini ora rivolgono ai Cinque Stelle. Fateci vedere di che cosa siete capaci. Personalmente non sono rimasto favorevolmente impressionato dalle esperienze amministrative che sino a ora questo movimento ha affrontato. Da quelle più note a livello nazionale, a quella più vicine delle quali posso personalmente seguire i risvolti. Ma questa storia di Berdini scelto a Roma in un assessorato importante direi quanto la stessa carica di sindaco mi induce a riflettere un po’ più cautamente. Raggi e Grillo lo sapranno certamente quanto e più di Roggio che l’ingegnere urbanista non è uno che prenderà ordini da loro. Perché lo hanno voluto ugualmente? Anche rischiando in termini elettorali di perdere i voti di quella destra romana alla quale Berdini non è certo simpatico. Come potrebbe del resto essere simpatico a un’area populista e reazionaria uno che critica la sua sinistra per non avere saputo intercettare il malessere delle famiglie delle periferie impoverite da una crisi senza fine e dalla cancellazione del welfare e della bellezza? Sarà forse perché quel malessere lo vogliono intercettare i nuovi amministratori e anche per questo ricorrono a persone come Berdini. Se così fosse bisognerà studiare con maggiore rispetto il nuovo soggetto politico che ha messo a capo dell’Urbanistica un urbanista convinto che Roma sia fallita a causa della malaurbanistica.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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