Quando quella sirena squarcia il silenzio rumoroso delle città c’è sempre un attimo in cui tutti ci chiediamo: cosa sarà successo? Quella sottile angoscia che ci pervade e ci mantiene all’erta è determinata dal passaggio frettoloso dell’ambulanza che velocemente corre a salvare la vita di qualcuno. Paradossalmente è il più bel rumore che ci possiamo permettere: un po’ come la tromba della Cavalleria e della mitica frase “arrivano i nostri”. L’ambulanza è un’istituzione in tutte le latitudini del mondo e nessuno si sogna di sparare sulla croce rossa quando è in azione, anche se dentro quell’auto ci può essere il nostro peggior nemico. A Porto Torres però la pensano in maniera diversa: meglio, non tanto i portotorresi quanto la giunta guidata dal pentastellato Sean Wheeler che ha ben pensato di utilizzare un’ambulanza per annunciare un’Agorà organizzato nel parco di San Gavino a Porto Torres. Chiaramente le polemiche hanno subito viaggiato molto più velocemente dell’ambulanza a sirene spiegate e dentro i social i veleni si sono subito sparsi. Da una parte chi sosteneva che quella era un’ambulanza non in servizio per le emergenze ma era solo un’auto munita di microfono che il comune non ha nel suo parco auto e che ha dovuto affittare, dall’altra chi, invece, parlava e parla di mancanza di rispetto verso l’Avis e verso i cittadini, di un uso comunque “bislacco” per mandare un messaggio alla città. Non voglio entrare nella polemica tutta portotorrese e, per certi aspetti anche esilarante (è probabile che, davvero, quell’ambulanza fosse dismessa ma, sicuramente eticamente non ne esce bene né la giunta né l’Avis che si è prestata a questa sceneggiata da b-movie provincialissimo) però una domanda provo a farla: capisco i vecchi sindaci di una volta, quelli che utilizzavano l’altoparlante (ad Alghero c’era un signore che era un’istituzione: Lacana) per divulgare le notizie, ma è pur vero che anche i “banditori” cominciarono a perdere potere quando arrivarono le “radio libere” (ed eravamo alla fine degli anni settanta) e l’avvento di Internet ha di fatto rottamato l’auto che girava nel paese a divulgare notizie. E’ un momento molto “vintage” che appare fortemente incomprensibile da chi ha fatto di internet, di Facebook, dello streaming la sua cassa di risonanza. Ma c’era davvero bisogno di utilizzare un’auto e soprattutto un’ambulanza per mandare un messaggio ai propri cittadini? Forse il sindaco riteneva che i suoi strumenti amati e utilizzati per dialogare con chiunque non fossero così incisivi come i sostenitori dei cinquestelle sostengono da sempre. Vuoi vedere che la prossima volta conviene reperire un vecchio megafono e cominciare a gridare “vota Antonio, vota Antonio?” A margine sovviene anche un’altra domanda: quanto costa il giro in auto? Ma davvero possiamo fare le pulci al resto del mondo e permetterci piccole cadute di stile che hanno comunque un prezzo? Anche in questo caso appare necessario ricorrere alle frasi storiche del Principe De Curtis: “E io pago.” Poco, ma pago. Perché è la somma che fa il totale e c’è davvero poco da ridere e molto da ridire. E non venitemi a dire che ci si aggrappa alle piccole cose. Se fosse capitato ad un sindaco del Pd o di centrodestra sarebbe stato scarnificato. La piccola differenza è tutta qui: per quanto mi riguarda qualsiasi sindaco, utilizzando un mezzo di locomozione destinato ad altro uso, al di la delle infrazioni al codice della strada sbaglia. L’etica ha un peso. Ce lo ricordano tutti i giorni i ragazzi cinquestelle. L’onestà nasce dalle piccole cose e io sono profondamente d’accordo. Da sempre.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.020 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design