(Pregasi, prima di trarre conclusioni affrettate, di leggere fino alla fine). Il personaggio del giorno, oggi, è la pecora rosa che vedete nella foto: non è un falso fotografico, è successo davvero. Un allevatore un po’ goliardico ha dipinto di rosa le pecore del suo gregge, in onore del Giro d’Italia sbarcato sull’isola. Lo so, ora si si scateneranno le critiche sulla crisi d’identità, sulla sudditanza alla cultura dominante, sul desiderio di visibilità e di accettazione. Ora molti ricorreranno a teorie coloniali per spiegare la psicologia di massa che pervade una accettazione passiva nei confronti delle manifestazioni provenienti da fuori. A me è parsa semplicemente una trovata allegra in onore di una importante manifestazione sportiva, un partecipare attivamente ad una grande festa popolare. Ma tant’è. Si dirà che per partecipare attivamente alla festa, si sarebbero potuti rappresentare i colori locali. Che so io, dipingendo le pecore con i colori della bandiera isolana. Ma questo credo che non sia possibile: è assurdo, infatti, partecipare ad una festa a tema rappresentandosi fuori tema, non ha molto senso. E’ come andare ad un compleanno in abito da sposa. Ma mi rendo conto che nell’isola i problemi identitari sono così forti da provocare delle vere e proprie tempeste in bicchieri d’acqua. Certamente il pastore irlandese che, in onore del Giro d’Italia sbarcato in Irlanda, nel 2014, ha dipinto le sue pecore di rosa, in un clima di grande gioia, festa e gratitudine, non poteva immaginare che qui, in Sardegna, in una terra per tanti versi con una storia simile alla loro, si sarebbero fatte tutte queste pippe inutili sul Giro d’Italia, anche senza pecore dipinte di rosa.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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