Non ne abbiamo parlato. Finora. Era giusto, dunque, provare a dire qualcosa su questi campionati europei in corso di svolgimento. Ed era giusto farlo ad un’ora dalla partita che rappresenta la sfida per eccellenza: Italia-Germania. Il Personaggio del giorno è, dunque, la Nazionale italiana di calcio.
Perchè molti di noi con la famosa Italia-Germania 4-3 del 1970 ci hanno dovuto fare i conti per sempre. Avevo 11 anni e i miei idoli erano Mazzola e Gigi Riva. Puoi tenere per la Roma o per la Lazio, per il Milan o per l’Inter ma nella Nazionale si fonde tutto e tutto diventa Italia. Quasi magicamente. Dimentichiamo, almeno per il tempo della partita, tutte le nostre divisioni interne, i nostri rancori, le nostre antipatie e siamo pronti a gioire per un gol di Riva e Mazzola ieri, di Pellè oggi. Molti di noi hanno visto vincere l’Italia due mondiali (quelli del 1934 e 1938 cominciano ad essere ricordi ormai sfuocati), hanno trepidato insieme a Pertini nel 1982 quando con la Germania vincemmo 3 a 1 dopo che Cabrini sbagliò un rigore (cantammo a squarciagola, a casa con amici “Antonio non aver paura di sbagliare un calcio di rigore…”) e tutti urlammo insieme a Tardelli per il raddoppio (primo gol di Pablito Rossi) e infine ci emozionammo quando Zoff alzò quella coppa al cielo. Nel 2006 la finale fu con la Francia, ma diventammo per la quarta volta campioni del mondo a Berlino, dove in casa loro, battemmo i tedeschi per l’ennesima volta. Anche nel 2012, agli europei, ci capitò di vincere con la Germania. Insomma, nella retorica di Eupalla (la dea amata da Gianni Brera) i tedeschi le partite vere con l’Italia le ha sempre perse. Probabilmente stavolta andrà diversamente e in semifinale andranno loro. Oppure continueremo a purgarli, come direbbe Francesco Totti. Chissà. La Nazionale di calcio è oggi il personaggio del giorno perchè, al di la di tutte le retoriche, è l’unica che riesce ad unire questo strano paese invecchiato, incattivito, respingente, un po’ razzista e indifferente ma che, davanti ad un pallone ci si ritrova tutti uguali e tutti pronti a lottare per il sol dell’avvenir!. Buona partita a tutti e, comunque vada, forza Italia (nel senso di squadra di calcio, ovviamente).
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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