Il signor Sanson è preoccupato. L’ha raccontata al tg2 nazionale la sua preoccupazione. Giulio Sanson, genovese, possiede un b&b nel centro della città. È una struttura particolare, dice: è un b&b di lusso e la clientela è di un certo livello, “internazionale”, specifica. Se visitate il sito di “Domus Patrizia”, vedrete che arredamento e prezzo sono effettivamente consoni ad un certo tipo di target, un target che coi migranti non ci azzecca nulla! Perché i migranti? Ebbene, il problema del signor Sanson è che nella stessa via si trova un palazzo disabitato che, si è deciso, potrà ospitarne qualcuno. I commercianti della “via dello shopping” genovese sono scesi sulle barricate, il signor Sanson è uno di questi. Dalla sua ha i colleghi ma, mi pare nel sentire il servizio, pure la giornalista, che sottolinea come l’idea del b&b di lusso sia stata una scommessa vincente che rischia di andare in fumo. Ci risiamo, insomma, il cliente di un certo livello non tollererebbe la visione dei migranti stazionanti sulla via e adoranti davanti alle vetrine. Chiarisco sinteticamente: la retorica sul tema immigrazione mi ha stancato su entrambe le estreme posizioni; sia quella salviniana del “fuori, prima gli italiani” che quella del “accogliamoli tutti, poi si vedrà”. Ma quest’ultimo punto non mi impedisce di dire che commercianti e albergatori “di lusso” come il signor Sanson potrebbero aver perso una buona occasione. Magari mi sbaglio, ma lo spirito del b&b dovrebbe essere quello dell’ospitalità, dell’atmosfera conviviale e aperta. La pensata del b&b di lusso mi fa storcere il naso, giacché l’idea di lusso non evoca inclusione, ma separazione. Potessi parlare con il signor Sanson gli consiglierei una strategia di marketing più umana ma non certo stupida: ospitasse un migrante (uno, non venti) in una delle sue bellissime stanze. Perché non è detto che anche qualcuno della sceltissima ed esotica clientela non sia capace di apprezzare l’umanità e la gentilezza.
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