Decidere di indossare una fascia tricolore, in certe località della nostra isola, presuppone una discreta dose di coraggio. C’è sempre il rischio di finire nel mirino di gente assai poco incline al dialogo. Le regole d’ingaggio sono altre. Lo spazio per le parole è circoscritto a un muro. Dopodiché arriva la rappresaglia, solitamente affidata al fuoco e al piombo.
A Desulo c’è un sindaco che si chiama Gigi Littarru. La notte scorsa, mentre dormiva con la moglie e i suoi due figli, qualcuno ha sparato tre fucilate contro le finestre della sua casa. Per fortuna, le pallottole sono finite in una stanza vuota.
Da qualche giorno, il sindaco di Desulo è alle prese con un problema serissimo. Una parte dei suoi compaesani si oppone agli abbattimenti dei maiali tenuti allo stato brado, decisi dalla Regione per provare a debellare una volta per tutte la peste suina.
Molta gente di Desulo (e non solo) non crede affatto che si tratti di una buona soluzione. Sia perché gli abbattimenti non sono mirati alle bestie infette ma riguardano anche quelle sane, sia perché qualcuno afferma che i maiali vengano sotterrati in terre private senza chiedere i permessi, sia perché, soprattutto, resta forte la percezione delle istituzioni come soggetti che puntano a fregarti. E, quando si tratta di terra e bestiame, quella percezione è destinata facilmente a trasformarsi in rabbia.
Sui motivi per cui l’epidemia continui a persistere, incidendo sul fatturato delle aziende in regola che non possono esportare i loro prodotti, si potrebbe discutere. E riflettere, in particolare, sugli effetti di una politica troppo orientata agli indennizzi. Anche le epidemie, se corrono i soldi, hanno i loro lati positivi.
Ma, a ben vedere, c’è un altro aspetto da considerare ed è ancor più delicato. Riguarda l’esposizione dei sindaci in paesi, come appunto Desulo, dove qualcuno dall’alto decide di eliminare una pratica, l’allevamento dei maiali allo stato brado che, comunque la si veda, costituisce una fetta di economia consolidata nel tempo. Certe decisioni dovrebbero essere precedute da una seria campagna di informazione e confronto con i diretti interessati e seguite, in caso di tensioni latenti, da un accurato lavoro di intelligence puntato su determinati ambienti dove il piombo è considerato molto più efficace delle parole.
Gigi Littarru non doveva essere lasciato solo, con la sua fascia tricolore simbolo dell’Istituzione, bersaglio troppo facile e troppo comodo, cartina di tornasole, in fondo, di un pezzo di Sardegna che, semplicemente, non ci crede.
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