A Garibaldi gli hanno messo la cappillina. Cioè uno zuccotto di lana un po’ femminile che quei quattro o cinque euri l’avranno sempre pagato ed è un piccolo sacrificio che bisogna apprezzare. Garibaldi all’Emiciclo Garibaldi non ci fa niente. E’ lì soltanto da una decina d’anni per ovviare all’antico equivoco di un emiciclo che si chiama così ma è dominato dal busto di Mazzini. Anche Mazzini non è che ci sia dall’antichità. E’ un busto scolpito negli anni Ottanta dell’Ottocento da certo Filippo Giulianotti per il piazzale della Stazione, poi da lì scomparve perché dice che proprio in quel punto dovevano farci un’esedra che poi è scomparsa anche lei ma in realtà perché i bambini lo prendevano per il culo (il busto non Giulianotti, che non se lo cagavano neppure) e non si tollerava che nella Sassari piemontese da poco italiana ci fosse scandalo intorno all’apostolo. Anche se era repubblicano. Comunque scomparve dalla circolazione e nel secondo dopoguerra ricomparve all’Emiciclo. E qui ebbe pace e autorevole ruolo. Nessuno lo prese più per il culo, quel busto, come se nella mezza piazza intitolata al suo concorrente in camicia rossa Mazzini avesse trovato la vera dimensione. Forse avrebbero dovuto trasferire di piazza anche un altro manufatto di Giulianotti, la statua di Pasquale Tola collocata al centro della piazza intitolata a lui e al fratello Efisio. E’ dal 1903 sino ai giorni nostri che la ragazzaglia sassarese si arrampica sul monumento per imbrattare di tinta nera la braghetta dell’insigne magistrato e uomo politico sassarese, simulando che si sia pisciato addosso. E appena il Municipio lo ripulisce, i monelli organizzano una nuova spedizione. Tanto che si sono dati periodi in cui per anni i pantaloni gli restarono pisciati senza alcun intervento pubblico. Secondo me il motivo è che l’artista lo ha raffigurato seduto su uno scranno con le gambe sfacciatamente divaricate in una posa che i monelli giudicano provocatoria. Ma può darsi anche che semplicemente tutti i monumenti di Giulianotti se la tirino. Però questo busto di Mazzini all’Emiciclo lo rispettano tutti (nella foto se vi mettete gli occhiali lo vedete piccolino sulla destra). E’ diventato il genius loci, il mezzo dio della mezza piazza: oggetto di culto, ne protegge la sopravvivenza da tutti i rovesci che l’Emiciclo ha subito, il più grave dei quali è come noto la rimozione della stazione delle corriere. Se non fosse per questo rispetto religioso verso il lare mazziniano probabilmente l’altra notte la cappillina l’avrebbero messa a lui anziché a Garibaldi, giudicato più accessibile, meno sacro. Un accudiddu, in fondo.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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