Il personaggio di oggi è una roccia. Non una roccia qualunque, ma un roccia strana, famosa e bellissima: il “Fungo” di Arzachena. Da bambino sentivo parlare di questo monumento naturale ma lo confondevo con una roccia che è del tutto simile, sempre ad Arzachena, ma piazzata all’ingresso del paese per chi arriva da Palau; il vero Fungo, molto più grande, sta su un’altura alle spalle dell’abitato. In entrambi i casi si tratta di enormi massi di granito scavati dall’acqua e dal vento, complice un processo chimico che scioglie lentamente la roccia; in Gallura li chiamiamo Tavvoni, Tafoni, e possono assumere le forme più disparate. Sono monumenti incredibili in cui si esprime l’immensa fantasia delle forze che reggono l’ecologia del territorio. Spesso la loro bellezza è intrecciata a storie antichissime: le storie degli uomini che a partire dal Neolitico fino ai nostri tempi hanno usato queste rocce come riparo, come casa, per sé o per i propri animali. Oggi ho letto che il “Fungo” è stato pasticciato da “uno”. Non so come definirlo, l’autore di questo sfregio. Lo chiamo “uno”, come quando si parla di persona non meglio precisata. Esempio: “Chi era al telefono?” “Boh! Uno…” Quest’uno ha pensato di prendere una frase di Bob Marley e di trascriverla a spray sulla roccia. Me lo immagino, questo poeta dei giorni nostri, arrivato fino al Fungo con la sua bomboletta in tasca. Me lo immagino che rimugina i suoi pensieri, guarda il verde azzurro del paesaggio gallurese, respira il silenzio dolce delle nostre campagne e, improvvisamente, estrae la sua preziosa bomboletta per lasciare non dico al mondo, ma almeno ai Galluresi il distillato di un lavoro di riflessione che gli sarà costato, immagino, anni di introspezione e di sofferenza artistica. E di fronte a questa slavina di genio, a questa bomba d’acqua di sensibilità, a questo cataclisma di intelligenza riesco solo a domandarmi: “ma perché?”
(foto tratta dal sito Foto di Sardegna)
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa (di Giampaolo Cassitta)
Il prete e il povero (di Cosimo Filigheddu)
Una modesta proposta (di Cosimo Filigheddu)
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Guarderò Sanremo. E allora? (di Giampaolo Cassitta)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.708 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design