E non si può dire che Franz non abbia sollevato un polverone tra sardi e non sardi visitatori dell’isola. Non che abbia scritto qualcosa di offensivo o sconveniente, no. È che queste missive, stilate al rientro dalla vacanza, arrotolate dentro una bottiglia e lanciate in mare, che si configurano come un prodotto ibrido a metà strada tra un questionario di gradimento e la letterina di richieste a Babbo Natale, provocano reazioni nette. E risposte altrettanto decise che rimbalzano fra estremi di isterismi e genuflessioni, passando per un modesto numero di repliche intermedie tra le quali si colloca anche la mia. Proprio perché ‘ste epistole all’insegna del j’accuse e buttate giú di gran carriera, ancor prima di disfare la valigia, mi lasciano abbastanza perplessa.
Ma torniamo indietro per un attimo… Franz è un turista che viene in Sardegna a trascorrere una settimana di vacanza e lamenta 3 disservizi:
a) la mancanza di un Wi-Fi libero nei locali, cosa che gli avrebbe concesso di gestire più agevolmente il proprio lavoro; b) la carenza di pagamenti POS scarsamente diffusi e fastidio per la soglia minima di spesa legata all’utilizzo della carta di credito; c) l’esiguo numero di inserzioni di locazione su un sito ben preciso, piu volte specificato, di sharing economy.
È il punto di vista di un turista, uno. Con richieste lecite, forse opinabili, ma forgiate sulla base delle sue esigenze. Qual è il problema?
Se domani un altro turista sbarcato in Sardegna con un treno di figli al seguito, lamentasse le nostre carenze in ambito ludico/educativo/ricreativo avrebbe probabilmente ragione anche lui.
Oppure una famiglia, con un parente disabile, che recriminasse per l’assenza di passerelle e servizi per invalidi nella maggior parte delle spiagge, lo farebbe con assoluta cognizione di causa. Che poi questo dovrebbe interessare tutti, quand’anche il problema non ci coinvolge direttamente, ma non divaghiamo.
Ho letto la letterina di Franz seduta su una sedia a dondolo, dove a oscillare erano le mie impressioni. Non io.
Se da un lato non si può negare che per alcuni versi le sue richieste abbiano una squisita e personalissima liceità, d’altro canto egli pare non aver compreso che la nostra isola è una padrona di casa che imbandisce succulenti pranzi con gli ingredienti che ha a disposizione in frigo e dispensa.
Credo che la Sardegna turistica, pur con le sue innegabili lacune e servizi senz’altro perfettibili, abbia stabilito un brand abbastanza standard che, invece, Franz pensa debba necessariamente corrispondere a quelli di altre mete turistiche, tipo le Canarie.
Questo perché nella mente di chi ci visita spesso è confezionata un’idea di turismo monotematica. E non si tiene conto che è la somma di risorse locali (anche economiche), capacità professionali, conservazione e valorizzazione delle culture del luogo.
La Sardegna ha sicuramente molte criticità, a cominciare dai diversi tipi di turismo (balneare, rurale e culturale) che non riescono a potenziarsi a vicenda, i grossi problemi nei trasporti, gli esorbitanti rincari da giugno a settembre in molti beni di consumo, la spinosità del lavoro precario e sottopagato del personale impegnato nelle “stagioni”, l’assenza di istituzioni forse poco accorte e incapaci di una pianificazione proficua e tante altre carenze che lascerei analizzare da esperti del settore ben più preparati di me.
Ecco perché la letterina di Franz non mi ha particolarmente contrariata né mi ha lasciato in bocca il sapore della verità rivelata.
Avevo un’amica, tanto tempo fa, colpita da un’importante patologia polmonare che lei cercava di contrastare, seguita da luminari e specialisti del settore, con quintali di antibiotici, antinfiammatori e broncoinstillazioni. Ebbene, capitava spesso che quelli ignari del problema, sentendo la sua tosse cavernosa, le dicessero: – Hai mai provato col latte caldo e miele? –
Ecco Franz, non è questione di latte e miele.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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