Mentre buona parte dell’Italia e non solo tesse descrizioni sulle vite, i programmi e gli occhioni delle giovani neo sindaco Cinque Stelle di Roma e Torino, per la puntata odierna della rubrica “Il personaggio del giorno” io, davanti allo schermo, contemplo un’altra foto e un altro esito: quelli di Clemente Mastella, diventato primo cittadino di Benevento con il 62% dei voti. Dei personaggi come Mastella sarebbe opportuno non dire nulla. Ma come si fa, quando un tale avanzo di prima Repubblica riesce ancora a conquistarsi le pagine dei quotidiani, per di più alle elezioni che a livello nazionale sanciscono il trionfo del presunto nuovo corso targato M5S?
Se quindi per Mastella è impossibile non tirar fuori parole, sarebbe inevitabile l’esercizio opposto, ovvero: dirne di ogni colore.
E la lunga biografia politica, di certo, aiuta. Una lista di partiti, simboli, scranni occupati alle più svariate latitudini, da quel comune, Ceppaloni, evocante scenette da commedia rosa all’italiana che lo vide nascere e diventare sindaco nel 1986 e nel 2003, al ministero della Giustizia con Prodi, fino ad arrivare alla presa dell’Europa nel 2009, a fianco di Berlusconi.
Viene da chiedersi cosa diavolo avrebbe fatto uno come Mastella se non avesse intrapreso la carriera politica. Il filosofo, essendo laureato in filosofia? O il giornalista a tempo pieno, essendo il nostro anche iscritto come professionista?
Notizia fino a questo pomeriggio da me ignorata, nel 2012 pare che Clemente abbia cambiato idea sulle unioni gay, diventando aperto e possibilista.
Troppo poco.
Nel chiedermi cosa scatti nella mente di coloro che in una domenica d’estate si alzano dalla poltrona, e uscendo di casa esclamano “Ciao cara, io vado al seggio a votare Mastella”, mi viene da parafrasare un celebre romanzo della nostra letteratura. Cristo si è fermato a Eboli, sì, per non arrivare fino a Ceppaloni.
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