Il presidente cinese Xi Jinping è arrivato in Sardegna per una visita ufficiale che produrrà, probabilmente, delle ricadute economiche in termini di investimenti. Per accogliere questo potentissimo uomo politico, si è mosso nientemeno che il nostro capo del governo, anch’egli in visita in Sardegna. Xi Jinping incontrerà imprenditori e visiterà luoghi dell’impresa isolana, il che destra un comprensibile interesse ed altrettanto legittime attese. La Cina è il colosso economico che tutti sappiamo, un colosso che sta colonizzando il mondo investendo ovunque. Attendiamo tutti, deferenti, di conoscere la sua impressione sulla Sardegna. Anche perché sappiamo che ai cinesi ricchi interessa la Sardegna per la qualità della vita, per la sua longevità e per i suoi formaggi, scoperti pochi anni fa grazie ad una campagna di promozione della Regione.
Guardando le immagini di un telegiornale sardo, che dava l’annuncio della visita con toni commossi, mi sono sorpreso: ma fino a qualche anno fa i cinesi non stavano dalla parte dei cattivi, nella nostra schematica riduzione del mondo ad una lavagna scolastica? Cioè, non erano quelli che portavano dentro casa nostra una concorrenza spietata, basata su cianfrusaglie di scarsa qualità prodotte a costi inaccessibili per la nostra industria? (Che anche le nostre industrie ordinassero là i loro componenti non lo si diceva mai). Non erano quelli che lavoravano venti ore al giorno, rinchiusi in scantinati bui, e che non si sapeva bene che fine facessero quando morivano, perché nessuno aveva mai visto il funerale di un cinese? E la loro classe politica non era quella che negava i diritti ai lavoratori e inquinava il mondo, con quell’industria pesante, senza regole e le città zeppe di stabilimenti addossati l’un l’altro, dalle cui ciminiere esalavano fumi tossici che ricoprivano di una coltre di smog quell’immenso paese? Sì, mi pare di ricordare che la narrazione della Cina fosse proprio questa. Ma dev’essere cambiato improvvisamente qualcosa. Oggi al telegiornale di Videolina hanno mostrato una famiglia di cinesi sorridenti dentro un bazar di Cagliari e, pensate un po’, mi è sembrato che fossero esseri umani come tutti gli altri, con tutte le emozioni di un essere umano. Non macchine da produzione, ma esseri umani. La signora intervistata, rispondendo alle domande con un accento campidanese marcato quanto i suoi occhi a mandorla, ha detto che si aspetta molto da questa visita, che è molto emozionata ed è convinta che la Sardegna possa trarre un grande beneficio da questa occasione.
Insomma, i nostri nemici di dieci anni fa, quelli che ci rubavano il lavoro e mettevano in ginocchio le nostre botteghe, oggi sono amici e vengono visti con occhio benevolo e amichevole. Che grande invenzione, il denaro!
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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