Leggo sempre più spesso persone, in questi tristi giorni, affette da una nuova sindrome, il “bombardismo”. Tale sindrome porta a invocare energicamente soluzioni drastiche al problema terrorismo, non solo respingimenti globali, che nel frangente non ci azzeccano nulla, ma anche bombardamenti a tappeto, lanciafiamme e distruzione totale, anche con bombe atomiche, non si sa bene dove, ma immagino dalle parti dove ci sono i musulmani, così, a casaccio. In genere con certa gente non stabilisco nessun dialogo. Tuttavia, grande danno alla nostra società deriva, tra le altre cose, dall’idea di onnipotenza che “l’uomo bianco” si porta appresso come eredità del colonialismo. Dato che non è possibile ragionare dentro un livello di ignoranza così alto, si può comunque far capire, scadendo per un attimo a quel livello, che il mondo occidentale e cristiano non è che possa permettersi sempre tutto. A parte il fatto che ormai non resta molto da bombardare; se costoro avessero un minimo di logica consequenziale, saprebbero che i talebani e l’Isis sono nati proprio nei teatri di guerra, dove l’Occidente ha seminato centinaia di migliaia di morti innocenti. La Siria è rasa al suolo, l’Iraq distrutto, l’Afghanistan nel caos, la Libia devastata, lo Yemen in ginocchio, la Palestina cancellata, cos’altro ci manca da bombardare? A parte il fatto che i pochi paesi islamici non bombardati sono quelli a cui noi vendiamo le bombe per bombardare altri paesi islamici. A parte il fatto che questi paesi, come l’Arabia Saudita e il Qatar, sono così strettamente legati alle nostre economie che un conflitto con loro provocherebbe una crisi economica disastrosa. Ma questo forse è un concetto troppo complicato per costoro, anche se sono sicuro che, al primo aumento del prezzo della benzina, sarebbero capaci di rinnegare il crocifisso e farsi islamici. Ebbene, quello che volevo dire, parlando il linguaggio dell’arroganza e dei muscoli, l’unico forse comprensibile ai “bombardisti”, che oggi il mondo non occidentale, forse, non è così pronto ad offrire l’altra guancia. Tra i paesi con la bomba atomica ci sono anche la Russia, la Cina, l’India (rispettivamente, secondo autorevoli statistiche, la seconda, terza e quarta potenza militare del pianeta) e forse anche il Pakistan, paese islamico. E non è detto che il Giappone, che ha subito le bombe atomiche, si debba schierare per forza con l’Occidente, e lo stesso dicasi per l’Iran, e altre grandi potenze militari. E se si schierassero contro la Nato? Insomma, i bombardisti che credono che basta andare e bombardare tutto che tutto si risolve, forse il linguaggio dei muscoli sono in grado di comprenderlo. Forse. Se si alleano tutti costoro, stufi dell’arroganza di un consesso di nazioni che ha sparso per il pianeta la propria supremazia con la violenza, c’è il rischio che finiamo a pezzettini. Sicuramente una guerra mondiale non vedrebbe vincitori, ma solo sconfitti. Sono in grado di capirlo, costoro? Temo di no. Temo di aver comunque sprecato il mio tempo. Meglio lasciarli con il loro nuovo smartphone e con il loro aperitivo con gli amici al bar, con la loro bile e la loro vita insoddisfatta per non essersi ancora potuti permettere la macchina nuova o la pelliccia di visone. Che non debba mai capitare quello che invocano, che nessuno di lassù abbia ad ascoltare costoro. Nel frattempo, per coloro con la quale vale la pena dialogare, ripropongo un pezzo “serio”, scritto per una occasione simile, di quelle che, a quanto pare, purtroppo, si stanno ripetendo troppo spesso.
Non ci resta che arrenderci alla pace. (di Fiorenzo Caterini).
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design