Mentre sentivo Beppe Bergomi commentare con nostalgia e misura il caso Donnarumma, mi è venuta in mente la scena finale di “Non è un paese per vecchi”, quando lo sceriffo Tommy Lee Jones racconta alla moglie di aver incontrato il padre in sogno e di aver perso i soldi che gli aveva regalato. Chi segue le cronache sportive sa che il caso di questi giorni è l’addio al Milan del giovanissimo portiere Gianluigi Donnarumma, prodigioso talento sportivo che nel club rossonero ha esordito e ha mostrato la sua precoce grandezza. Donnarumma e il suo procuratore Mino Raiola avrebbero rifiutato i cinque milioni di euro a stagione offerti dal Milan dei cinesi per il rinnovo del contratto, probabilmente perché alcuni club europei sono disposti ad investire cifre ancora maggiori su questo quotatissimo estremo difensore. Gigio Donnarumma ha compiuto da poco diciotto anni. Io non so se diventerà davvero il più grande di tutti come molti osservatori sostengono – ho qualche dubbio – ma so che è un ragazzino, Un ragazzino, non so quanto consapevole di quel che implichi la sua decisione. Il suo rifiuto, in questi giorni, gli sta costando una grandinata di insulti e di accuse di incoerenza da parte dei tifosi milanisti. Probabilmente perché lo ricordano baciare la maglia del Milan in segno di amore eterno, non più tardi di qualche mese, alla fine della contestatissima partita di campionato con la Juventus. Livori che di sportivo nulla hanno e che non tengono conto del fatto che Donnarumma è, appunto, poco più di un adolescente, finito in una storia molto più grande di lui, pur fisicamente molto grosso. Odio che non tiene conto dei tempi senza ragione che stiamo vivendo. Cos’ha detto Bergpmi, commentando il caso Donnarumma? Non ha commentato, ha solo raccontato un episodio. Lui, Beppe Bergomi, diciottenne come Donnarumma, torna a Milano dopo il trionfale mondiale del 1982, vinto dall’Italia di Bearzot. Bergomi di quella spedizione fu un componente fondamentale, nonostante la giovanissima età e le poche partite da titolare giocate nell’Inter di Bersellini. Deve rinnovare il contratto e si reca nella sede dell’Inter accompagnato dal fratello maggiore e della mamma, essendo già orfano di padre. In sede trovano il direttore sportivo Beltrami e Sandro Mazzola. Beltrami offre 24 milioni di lire lordi a stagione, 12 mila euro di oggi. La mamma di Bergomi accetta subito e commenta: “Troppi”. Bergomi aveva vinto un mondiale e questi fatti sono avvenuti 35 anni fa. Quando un ragazzino, anche se di grande talento aveva il diritto di restare un ragazzino.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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