Se un buon politico si giudicasse dal numero di voti che riesce ad accaparrarsi a ogni elezione, allora si potrebbe dire che Antonello Peru da Sorso è tra i migliori della sua categoria. Il guaio è che, insieme ai consensi, il buon Peru fa pure collezione di guai con la giustizia.
Il suo coinvolgimento nella seconda tranche dell’inchiesta chiamata “Sindacopoli” non è che l’ultimo dei suo problemi con la magistratura. Stavolta è finito in cella perché accusato di aver approfittato del suo status di consigliere regionale per far confluire in una certa direzione i soldi destinati agli appalti pubblici. Tanti, tantissimi soldi. In quella che, secondo l’accusa, sarebbe un’associazione a delinquere Antonello Peru, insieme all’’ingegnere desulese Salvatore Pinna e all’ex consigliere regionale ogliastrino, Angelo Stochino, contribuiva ad “orientare” i soldi destinati alle opere pubbliche grazie a un sistema ben collaudato che prevedeva il controllo di tutti i passaggi chiave dei procedimenti, comprese le commissioni aggiudicatrici.
Il numero degli indagati, un centinaio, fa rabbrividire. Ma è raggelante constatare sia la facilità con cui venivano pilotati gli appalti delle grandi opere, tra cui due lotti della Sassari-Olbia, sia il ruolo esercitato, in questa faccenda, dall’ingegnere Pinna. Sarebbe proprio lui, stando alle carte della procura oristanese, il capo del sodalizio. Peru e Stochino erano, insomma, utili strumenti, buoni a intascare compensi anche attraverso il coinvolgimento di fidanzate, il primo e sorelle, il secondo. Un altro duro colpo a quel “primato della politica” che ogni tanto viene menzionato per fare gazzosa e che perde colpi, ormai, anche nelle faccende di retrobottega dove, tra sussurri e grida, si decidono le sorti di soldi e appalti, di imprese e professionisti, di chi ci spera e di chi sa già.
In questo avvilente contesto, peraltro, Antonello Peru si presenta con i galloni di vice presidente del Consiglio regionale. Ed è un altro aspetto rilevante che getta ombre pesanti sulla credibilità del nostro parlamentino. Anche perché, come detto, Peru era già incappato in questioni quantomeno imbarazzanti. Quattro anni fa viene arrestato con la pesante accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa perché accusato di aver favorito l’Aion, associazione guidata dal neurologo di Ittiri, Giuseppe Dore che, secondo l’accusa, avrebbe maltrattato e truffato diversi malati di Alzheimer; tra qualche giorno la vicenda, complessa e non chiarissima a dire il vero, approderà in udienza preliminare. Nell’agosto del 2015 finisce sotto inchiesta per il caso che riguarda presunte irregolarità in un concorso bandito dalla Asl di Sassari per il reparto di Ortopedia, sul quale gli inquirenti ritengono abbia interferito per privilegiare una candidata. E’ accusato, infine, di aver commesso abusi edilizi nella sua villa sul mare, a Marritza, litorale di Sorso.
Che sia un perseguitato? Pare che, a Sorso, Peru abbia mantenuto integra la sua credibilità, nonostante tutto. D’altronde, in Consiglio è stato rieletto a furor di popolo. Ma non servono ottomila voti per fare un buon politico e questa storia ne è l’esempio concreto. Perciò ci auguriamo che Peru, quando tornerà a casa, incontri sulla sua strada ottomila facce scure e magari, per una volta, indignate.
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