Eccola, in tutta la sua ruvidezza, la tipica sfacciataggine dell’uomo di potere che va tanto di moda, perché io sono arrivato al vertice e mi posso occupare di quel che mi pare. L’insopportabile arroganza di chi pretende di invadere campi altrui, senza tuttavia avere licenza di farlo.
Da quando in qua un assessore regionale può entrare nel merito della valutazione che un insegnante dà all’elaborato di un alunno?
Eppure è vergognosamente accaduto. L’assessore in questione si chiama Massimiliano Smeriglio e pubblica nella sua pagina Facebook (ed anche qui avrei qualcosa da ridire sulla divulgazione selvaggiamente affidata ad un social network della porzione di fascicolo lavorativo) il foglio protocollo del compito in classe di un imprecisato alunno, di un imprecisato Istituto Tecnico di Tivoli, insieme al giudizio dato al tema. Quindi estrapola una frase, decontestualizzandola, dà una strigliata alla docente e minaccia di chiedere conto della valutazione, da lui considerata un’ingiustizia. E pretende anche gli applausi della platea, è evidente.
Il/la prof. valuta così la traccia: “Devi scrivere meglio, alcuni concetti sono un po’ troppo condizionati dalla tua visione politica e dalla tua giovane età” il voto finale è 6. Badate bene, non 3 e non 4. Il voto finale è la sufficienza.
Da docente ritengo che in quel giudizio non ci sia nulla di cui scandalizzarsi. Si consiglia infatti allo studente di limare alcune asperità nelle opinioni, probabilmente un po’ troppo nette a causa dell’età. Però non posso azzardare oltre perché non conosco il contenuto del tema.
Invece Smeriglio s’infuria e scrive testualmente: – Si dà però il caso che io sia assessore alla Scuola della Regione Lazio. Quindi chiederò immediatamente spiegazioni al dirigente scolastico e all’ufficio scolastico regionale. Sì, anch’io ho una strana visione politica, lo ammetto: detesto le ingiustizie e i soprusi. –
Dove sono le ingiustizie e i soprusi in un tema valutato sufficientemente nel quale, semmai, si fa un appunto alla forma? Smeriglio ha letto il tema? Sa per certo che l’alunno non abbia scritto una tale mole di fesserie da costringere il docente a ripararsi dietro l’eufemismo della “giovane età”? E, soprattutto, parcellizzare ed entrare nel merito del lavoro dei professori rientra fra le sue competenze e non più fra quelle di un ispettore scolastico? Come mai un assessore regionale che, a giudicare da ciò che circola in rete sul suo conto, pare competente e preparato inciampa in maniera così sguaiata sui fondamentali? A quando gli assessori alla Sanità che frugano nelle cartelle mediche e sindacano sulle terapie date ai pazienti?
Ero convinta che un assessore regionale avesse delega in materia di organizzazione territoriale della rete scolastica e formativa, invece scopro che può frugare tra i temi degli alunni e decidere che Mario merita 7 anziché 6.
Sarebbe il caso di invocare la presenza di un arbitro per fischiarla questa grossolana invasione di campo. Ma anche un minuto di silenzio per quei poveri docenti che devono ridimensionare il loro cosmo e fare spazio a chi pretende di entrarvi privo del diritto per farlo. E senza nemmeno essersi pulito i piedi sullo zerbino
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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