Pubblicato il 7/9/2015
Ma davvero il “mostro di Foligno” è stato destinato in Sardegna perché nell’Isola lo Stato italiano continua a vedere solo un luogo per emarginar individui socialmente pericolosi o burocrati capricciosi? Le residenze per le esecuzioni delle misure di sicurezza (REMS) sono la risposta dignitosa agli ospedali psichiatrici giudiziari, vecchissimo retaggio culturale e figli di una cultura positivista ormai superata da anni. Si è deciso che le persone incapaci di intendere e di volere nel momento della commissione del reato non possano essere trattate come semplici detenuti o internati ma, più verosimilmente, come pazienti e quindi come “malati”. Le terapie sono chiaramente psichiatriche e sono fondate sul recupero della persona. Ogni regione si è impegnata a costituire una propria residenza e provare a scommettere su un recupero che in molti casi è semplice, in altri sicuramente più complesso. A Capoterra, presso una R.A.S. della Asl 8 è stata istituita ed è funzionante da Agosto la Rems della Sardegna, capace di 14 posti letto maschi e due per le donne. Doveva essere utilizzata per gli internati (oggi pazienti) sardi che da anni sostavano a Montelupo Fiorentino, nell’indifferenza totale delle istituzioni e di tutti i sardi che facevano finta di dimenticare questi detenuti in Toscana. Il numero di sedici è stato ben organizzato e studiato all’interno di tavoli specifici dove hanno lavorato la regione, la Asl e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria che deve attuare, per un anno, le traduzioni dei pazienti ma non ha più nessuna competenza all’interno della REMS dove ci sono solo infermieri e psichiatri. La rems di Capoterra è gestita dalla asl 6 di Sanluri, in quanto, in realtà quella definitiva sarà inserita in un altro comune di competenza della asl 6. La scelta è ricaduta presso un’azienda molto preparata per il recupero di queste persone, grazie anche alle eccellenti professionalità. Perché, allora il famigerato “mostro di Foligno” (pessimo epiteto giornalistico e scandalistico) è stato sbattuto in Sardegna? Se tutte le regioni devono tenersi i propri “pazienti” Chiatti dovrebbe essere protetto all’interno della REMS umbra. Purtroppo la Toscana e l’Umbria, insieme ad altre regioni, non ha ancora aperta la REMS, nonostante abbia firmato da tempo il protocollo di intesa stato regioni. La Regione Sardegna invece ha, ad oggi, una rems di avanguardia e, a detta di tutti, probabilmente la migliore in Italia. Ma non basta. Chiatti ha finito la sua pena il 3 settembre 2015 e quindi doveva obbligatoriamente lasciare il carcere. Il Magistrato di Sorveglianza di Perugia lo ha dichiarato ancora pericoloso e necessitante di cure all’interno di una REMS, posto che gli ospedali psichiatrici sono stati aboliti. Un giro veloce del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e l’unico posto libero era quello in Sardegna. Facciamo parte dello Stato italiano e, pertanto, così come i nostri malati sono finiti da giugno ad agosto prima a Barcellona Pozzo di Gotto, poi a Castiglione delle Stiviere in attesa si aprisse la nostra rems, così adesso dobbiamo “restituire” il favore. È un’assegnazione temporanea e tutto tornerà alla “normalità” fra qualche mese. Così potremo anche far rientrare gli altri dodici sardi che sono ancora a Montelupo Fiorentino, in attesa che la nostra REMS collochi i pazienti nelle varie comunità di accoglienza in base a dei rigidi protocolli gestiti dai sanitari. I mostri, a dire il vero siamo anche noi che abbiamo fatto finta, per anni, di non guardare oltre il mare e accorgerci che quasi cinquanta sardi erano internati in ospedali psichiatrici della penisola. Che cosa abbiamo fatto?
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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