La scomparsa di Gino Strada mi ha fatto venire in mente che un anno fa, proprio in questi giorni, l’aumento nei contagi nelle zone turistiche aveva imposto la chiusura delle discoteche in Costa Smeralda, con tutto l’inevitabile codazzo di discussioni che ne seguirono.Si seppe, qualche giorno dopo, che proprio le discoteche erano state importanti focolai di diffusione del virus.In quello stesso periodo, si segnalava un certo numero di sbarchi di migranti nelle coste italiane.Ricordo di aver letto, sulla bacheca Facebook di un politico locale, una presa di posizione che potrei riassumere così: se chiudete le discoteche per contenere il contagio, dovete chiudere anche i porti e impedire gli sbarchi.Andai a verificare le attestazioni di sostegno, indagando tra i profili di chi aveva certificato il suo consenso con un like: vi trovai anche una catechista e una educatrice.
Quell’assurda similitudine tra profughi in fuga sulle bagnarole e nottambuli della Costa Smeralda, così ampiamente condivisa, mi ricorda quanto Gino Strada sia stato un rivoluzionario, un Gesù Cristo dei tempi nostri.Non ha dovuto solo combattere contro la morte, ma anche contro la degenerazione del pensiero di cui è manifesto esemplare il post di quel politico di provincia.Con la sua forza, con la sua determinazione feroce, Strada mi ha ricordato ogni giorno quali siano i modelli di civiltà cui ispirarmi e quanto questi vadano coltivati quotidianamente, senza cedimenti.Il politico che voleva chiudere i porti, come rappresaglia alla chiusura delle discoteche, idem.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design