Molti vorrebbero un Sanremo con i propri beniamini: De Gregori, Vinicio Capossela, Vasco Rossi, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, Fedez, Coez, Salmo, Paolo Conte e con qualche ospite a scelta tra Bruce Springsteen, Dire Straits, Oasis, Led Zeppelin, Deep Purple, Joan Baez, giusto per citarne alcuni. Ed invece Sanremo è cosa altra ma, ricordiamolo, ai suoi tempi ha saputo scommettere su alcune persone come Domenico Modugno, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Zucchero, Pausini, Eros Ramazzotti, passati come sconosciuti da queste parti e divenuti nel tempo star internazionali. La musica è un’alchimia complessa ed ognuno ha i suoi ritmi, i suoi idoli, le sue idiosincrasie. Tutti amano gli Afterhours ma per un abbraccio cantano a squarciagola Ti amo di Umberto Tozzi. Cose così, in contraddizione con il Dottor Jeckyll che mostriamo e il Mr. Hyde che, invece, vorremmo essere. Difficile coniugare Viva l’Inghilterra di Baglioni (peraltro canzone tra le più brutte scritte dal cantautore romano) e Piccola storia ignobile di Guccini, però sono canzoni che hanno la loro storia e hanno la loro dignità. Il festival si è “baglionizzato” più dello scorso anno e cantare “Notte prima degli esami” con Antonello Venditti nuoce gravemente all’atmosfera della canzone che – quella si – è assolutamente ed esclusivamente vendittiana. I detrattori in fila hanno sentenziato a colpi di tweet: forse conviene che il Claudio nazionale si dia una regolata, forse è meglio che non presenti più il festival e allora vi chiedo: perché? Se voi foste il bravo selezionatore chi portereste a Sanremo? Probabilmente i cantanti migliori o quelli che voi ritenete migliori. Non avrei mai scelto Motta, Livio Cori e Nino D’Angelo, non sapevo neppure chi fossero i Zen Circus e il loro bellissimo testo (meno l’esecuzione del brano); mai e poi mai avrei puntato un euro sui Boomdabash o su Irama (altro bel pezzo cantato così così). Insomma Sanremo è quella strana idea che punta sulla squadra provinciale e gli fa vincere lo scudetto. Direte: ma questi sono destinati a sparire, chi si ricorderà di Enrico Nigiotti (continua ad essere uno dei miei preferiti) fra qualche mese? Chi avrebbe puntato un euro su “Vado al massimo” di Vasco Rossi? O su “Vita spericolata”, dileggiata a Sanremo addirittura da Nino Manfredi? E che dire di “Ancora,” 4 marzo 1943”, “Quello che le donne non dicono”, “1950”, “Donne”, (tu tu tu) “Che sia benedetta”, “…E non finisce mica il cielo”, solo per fare qualche esempio di canzoni sanremesi. La musica non è semplice e una canzone come “La donna cannone” non potrà mai vincere il festival di Sanremo, anche perché le canzoni non sono costruite per vincere qualcosa. “Notte prima degli esami” rimane un piccolo capolavoro di Antonello Venditti, così come “Sotto il segno dei pesci” o forse, dico forse, alcuni di noi lo considerano tale solo perché ci ricorda una vecchia storia, un nostro momento ormai passato. Non continuate a dire che tutto quello prodotto a Sanremo è noia, è spazzatura, perché non è così. Alcuni testi sono davvero belli e sono stati scritti da giovani ragazzi che provano a guardarsi intorno e vogliono, partendo da De André e da Lucio Dalla, dire la loro con i modi e le musiche che passano in questo momento.“L’era del cinghiale bianco” fu considerata una bruttissima canzone e qualcuno disse che quel siciliano non avrebbe mai fatto strada. De André non vendeva un disco prima che Mina cantasse “La canzone di Marinella” e anche Battisti ebbe i suoi dolori per quella voce così brutta che non sarebbe mai piaciuta. Lucio Battisti, il più inimitabile dei cantanti. Stasera i cantanti in concorso duetteranno con altri artisti. Servirà a miscelare le voci e i modi di interpretare un testo. Son convinto che anche su questi dosaggi ci sarà da ridire. Vi chiedo soltanto una cosa: ma in spiaggia (noi facevamo queste strane cose) cantate la “ballata per la mia piccola iena” degli Afterhours oppure, più prosaicamente “La canzone del sole” di Lucio Battisti o, una più sanremese “vita spericolata”?Ma, soprattutto: se riuscite a cantare la ballata per la piccola iena tutta a memoria, quanti vi seguiranno? E non rispondetemi che è bello stare dalla parte del torto, della nicchia intellettuale, convinti di essere dalla parte giusta. Non è così: la scimmia che balla ci accompagna nella quotidianità, l’intensa e splendida “Amerigo” di Guccini ci riporta alla contemplazione. Servono entrambi. E bisogna conoscerle entrambi. Ecco perché Sanremo è importante. Godetevelo con pacatezza e, baglionamente, con armonia. Male non vi farà. A domani.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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