La storia della mancata approvazione del bilancio da parte del comune di Portotorres ha indubbiamente appassionato molte persone, ma non perché la materia sia interessante, quanto per i risvolti politici e mediatici che la stessa ha avuto. Al di la delle polemiche (alcune sterili, altre più circoscritte e tutte, comunque degne di ascolto) e degli insulti (quelli, davvero inutili e inaccettabili sul palco del libero confronto) proviamo a riavvolgere il nastro delle notizie e delle decisioni ufficiali. Un quotidiano locale afferma che il comune di Porto Torres non ha rispettato i termini per la presentazione del bilancio. E’ un commento politico? No, è una notizia. Si tratta di comprendere se la notizia sia vera o falsa. Stiamo ai fatti, dunque. Nella Gazzetta Ufficiale è pubblicato il decreto 16 marzo 2015 che proroga, con un articolo unico, il termine per la deliberazione del bilancio di previsione degli enti locali al 31 maggio 2015. Con successivo decreto del 31 maggio 2015 vi è un ulteriore differimento al 30 luglio 2015. Stiamo parlando, quindi, di documenti ufficiali, di decreti firmati dal Ministro competente (Angelino Alfano) e dal Presidente della Repubblica.
Il giornalista della nuova Sardegna pubblica questa notizia e aggiunge che lo stesso Ministero ha espresso parere favorevole per un ulteriore proroga al 30 settembre, riguardante però esclusivamente le città metropolitane, ad esclusione chiaramente di Portotorres. Il sindaco, a questo punto interviene in maniera scomposta accusando il giornale e i giornalisti di raccontare bugie perché il bilancio dovrebbe essere approvato entro il 31 luglio e ancora c’è tempo. (l’articolo della Nuova Sardegna è del 29 luglio). In realtà il decreto stabilisce la data ultima al 30 luglio ma, come dire, questa è una svista che perdoniamo al sindaco. Il decreto Legislativo del 18 agosto del 2000, n. 267, stabilisce all’articolo 141 che quando il termine per la presentazione del bilancio scade “l’organo regionale di controllo nomina un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al consiglio”. Il sindaco, in una successiva nota postata nella sua bacheca personale scrive che il pensiero precedente era “di pancia” dopo aver letto una ricostruzione parziale. Dice che bene avrebbe fatto il giornalista a telefonare ed informarsi presso gli uffici del comune, così avrebbe avuto le notizie vere e non quelle “farlocche”. Il sindaco nulla dice del perché a Portotorres non debba essere applicato il decreto del 31 maggio 2015 e neppure nulla afferma sul perché a Portotorres anche il DL 267/00 può essere ignorato. Sul sito del comune campeggia la notizia dove, effettivamente, si dice che non c’è nessun rischio di commissariamento e il bilancio sarà approvato “nei tempi utili secondo le procedure previste dalle normative”. Non si capisce però, in base a quale normativa si possa approvare il bilancio.
Ne consegue che l’amministrazione comunale di Portotorres non è trasparente nel dare la notizia. A corollario di questo ne consegue che: 1) La nuova Sardegna ha riportato una notizia vera: il bilancio di ogni comune, per legge, deve essere approvato entro il 30 luglio 2015; 2) Sardegnablogger ha aggiunto un’ulteriore notizia relativa al DL 267/00 dove, all’articolo 141 si stabilisce cosa accade quando il bilancio non viene approvato; 3) L’amministrazione comunale di Portotorres non ha , ad oggi, spiegato perché e in base a quale note, leggi, decreti non ha approvato il bilancio così come la legge prevede; 4) Le leggi si rispettano sempre e tutti le devono rispettare. E’ una battaglia sacrosanta del Movimento Cinquestelle. 5) Chi non rispetta le leggi può incorrere in sanzioni amministrative o penali 6) Il comune di Portotorres non ha rispettato la legge (il decreto del 31 maggio 2015 non è stato reiterato con ulteriore decreto nè esiste una nota o postilla “ad personam” riguardante il comune di Portotorres). 7) La libertà di stampa è un principio inviolabile ma anche l’accesso agli atti dei comuni è una prerorgativa legislativa, così come la trasparenza amministrativa. 8) In questo caso il comune di Portotorres non è stato “trasparente”
Ci sono anche altre piccole conseguenze, che lascio alla vostra riflessione:
1) Le accuse devono essere provate, come le notizie; 2) Chi accusa deve avere delle prove per farlo, gli insulti non sono conteggiabili in democrazia e non sono argomenti di discussione; 3) La nuova sardegna non è il quotidiano ufficiale del Partito Democratico (chi lo afferma, però, avrà sicuramente delle prove che a noi non risultano); 4) Sardegnablogger è formato da un gruppo di persone non munite soltanto di passione per promuovere i valori della democrazia, del libero confronto, della partecipazione e per combattere contro razzismi e ogni forma di intolleranza e non ricevono alcun compenso da nessuno; 5) Da una notizia tecnicamente complessa ci sono stati attacchi, anche personali, a difesa dei cinque stelle, della giunta, del sindaco, della bontà, dell’onesta e della bravura; 6) Nessuno ha mai messo in dubbio la bontà, l’onestà e la bravura del sindaco e degli amministratori pentastellati. 7) Troppi, ormai guardano al dito, nessuno getta lo sguardo verso la luna.
Qualora ci fossimo sbagliati e abbiamo pubblicato false notizie, il comune di Portotorres saprà sicuramente spiegare dove, come e perché siamo incorsi nell’errore. Sino ad oggi non c’è niente che possa affermare il contrario (tranne gli insulti e la propaganda). Aggiungiamo come ulteriore notizia: è stato convocato il consiglio comunale per il 5 agosto (trovate la convocazione nell’albo pretorio del comune) ma all’OdG non c’è l’approvazione del bilancio (anche questa è una notizia); il che fa prospettare (ma è solo un’ipotesi) la nomina di un commissario ad acta col compito di redigerlo e di portarlo all’approvazione del consiglio entro 20 giorni, pena lo scioglimento del consiglio stesso.
Queste sono le notizie e una stampa libera le deve assolutamente pubblicare.
Diceva nonno: “per cambiare le leggi, bisogna prima conoscerle”.
Giampaolo Cassitta
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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