Devono rifare la facciata del mio palazzo. Me ne compiaccio perché avrò un luogo di osservazione privilegiato. Assisterò ai lavori dalle mie finestre e potrò interloquire più facilmente con le maestranze, alle quali impartirò utili consigli. Io non vedevo l’ora di andare in pensione soprattutto per questo motivo. Ebbi la folgorazione alcuni anni fa. C’era un bar che spesso sceglievamo per un rapido caffè quando il giornale era in via Porcellana. Capitò che lì davanti, nel volgere di pochi giorni, ci imbattessimo per tre volte nello stesso spettacolo: operaio che lavorava sotto il sole con piccone e pala a una conduttura interrata mettendola allo scoperto senza uso di martello pneumatico; pensionato che osservava il lavoro dell’operaio dandogli dei consigli; cieco con occhiali neri che chiedeva l’elemosina e che a ogni donazione si sollevava gli occhiali per vedere l’entità della somma. Al terzo nostro passaggio ci accorgemmo che più del caffè ci interessava questo quadro e ci fermammo a guardare il pensionato che guardava l’operaio, creando così spontaneamente una perfetta situazione drammaturgica di “teatro nel teatro” che, volendola costruire apposta, un bravo regista chissà quante prove avrebbe dovuto fare.
Mentre osservavamo, il cieco ebbe un’elemosina da un passante.
Il pensionato, che evidentemente teneva d’occhio tutta la situazione e non soltanto l’operaio, si rivolse al donatore
-Non gli dia niente ché già ci vede. Altro che cieco, è un fannullone.
L’operaio posò la mazza, si asciugò il sudore e disse al pensionato
-Cazzu, un oreri eddu? E inveci tu tutta la dì trabagliendi sei.
Fu in quel momento che decisi che la mia missione futura era quella di osservare gli operai al lavoro sulla strada, nei cantieri, sui ponti e sui ponteggi.
Venne confermata poco tempo dopo da un altro incontro sulla via di Damasco, cioè in piazza Tola. Allora lì c’era ancora Basente. Scoppiò un incendio e andai con un cronista e un fotografo perché volevo vedere di persona se si riusciva a salvare quel negozio divenuto ormai storico (poi a scacciarlo non fu il fuoco ma la grande distribuzione di Predda Niedda e il conseguente svuotamento del centro storico. Ma questo è un altro discorso).
Insomma, ero lì che osservavo i pompieri al lavoro, quando mi accorsi che c’era uno spettacolo molto più interessante. Ai tavolini di tre bar che costituivano una platea naturale rivolta all’evento, sedeva una folla multietnica. Tu vedevi, fianco a fianco, pensionati locali, vecchi cinesi e vecchi africani, non so gli ultimi due se pensionati o ancora in attività. Parlavano, cioè, urlavano tre lingue diverse delle quali io capivo soltanto il sassarese, ma ti accorgevi che esprimevano gli stessi concetti: consigli ai vigili del fuoco.
-Oh, vagianu… emmu, propiu a te, mì chi chissa pompa s’è imburighendi i’ giru alla Lambretta di Duminigu.
In realtà quella di Domenico non era una Lambretta ma i pensionati sassaresi da quelle parti chiamano così tutti gli scooter.
E un altro a un altro pompiere
-Cazzu, hai infusu tre parazzi e l’ isthatua di Tola e no hai zimbaddu a Basente mancu una voltha.
E ogni tanto interrompevano consigli e critiche per dare un sorso di birra.
Era incredibile il coordinamento tra le diverse nazionalità, avevano le stesse facce severe, scuotevano la testa nello stesso modo, dicevano le stesse cose. E i pompieri mandavano affanculo nello stesso modo sassaresi, cinesi e africani.
L’unico elemento di separazione non era etnico ma di genere. Le mogli dei pensionati delle tre etnie infatti non sedevano ai tavolini dei bar ma stavano in piedi lì accanto facendo gli stessi commenti. Evidentemente questo tipo di integrazione ha percorsi più impervi.
Insomma, adesso che anche io faccio parte del grande popolo assiepato alle recinzioni dei cantieri, vivrò questo momento di gloria osservando i lavori all’interno del cantiere stesso e dalle mie finestre guarderò con sussiego gli altri pensionati invidiosi giù nella strada.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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