Il muso dell’automobile sporge con sfacciataggine ben oltre la striscia bianca che delimita lo STOP sull’asfalto…
– Eh no! Non ti faccio passare, brutto stronzo.Non è con la prepotenza che ti farai largo tra le macchine. La strada che sto percorrendo ha diritto di precedenza, qualcosa vorrà pur dire, no?
P R E C E D EN Z A, do you know? Sai quante volte sono rimasta lì, impalata sulla soglia dello stop, ad attendere che si creasse un varco fra le auto incolonnate? Nessuno, sottolineo nessuno, si è mai impietosito a tal punto da farmi passare. E ora ci resti tu, lì, prepotente. Perché tanto lo so bene che quella che mostri qui è la stessa arroganza che usi quando cerchi di saltare la fila alle Poste, di quando parcheggi sulle strisce pedonali perche “tanto è solo per 5 minuti”e in altre infinite occasioni. Li conosco quelli come te, sai? È per la gente così che questo schifo di paese va a rotoli: per te, e quelli come te, senza rispetto né disciplina. –
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– Ma posso mai stare ferma da oltre un quarto d’ora in questo cazzo di STOP? Che ce ne sia uno, dico uno, di idiota che mi faccia passare! Niente. Vanno tutti di fretta ‘sti stronzi… Che impellenza avete? Tutti con la diarrea? Me le immagino le vostre urgenze, bastardi… Se qui non mi sporgo un pochino non lascio questa strada nemmeno a ferragosto. Oh brutta stronza, fammi passare, ma non vedi che sono in mezzo all’incrocio? Ti costa molto sfiorare il freno e darmi quei 10 secondi necessari per immettermi nella tua strada? Ti ho vista, sai? Procedevi a passo d’uomo per scrivere quel cazzo di sms, pensi che non l’abbia notato il cellulare fra le mani ed il volante tenuto coi polsi? E poi, quando ti sei accorta che tentavo di liberare lo stop, hai dato un colpetto di acceleratore. Ma allora sei bastarda dentro? Che facevi da piccola? Decapitavi le bambole e scagliavi con violenza le loro teste addosso ai compagnetti dell’asilo? La gente come te dovrebbe stazionare nell’anticamera degli strizzacervelli, se solo avesse cinque minuti di lucida consapevolezza per capire quant’è malata. È per la rigidità di quelli come te che viviamo in un fottutissimo paese ingessato da regole e burocrazia. È la mancanza di elasticità che genera mostri e mostruosità. –
Due opposte prospettive. Una stessa circostanza. Ci siamo trovati tutti in entrambe e, sebbene privi dell’aggressivita psicotica della descrizione, ognuno di noi ha visto rimbalzare le proprie ragioni da una parte e dall’altra a seconda del contesto e della convenienza.
Era ciò che pensavo stamattina mentre, ferma ad uno stop, nessuno di quegli automobilisti stronzi mi faceva passare.
Luridi bastardi…
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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