Il 15 dicembre del 1990 Bettino Craxi e consorte, Fedele Confalonieri e Gianni Letta accompagnano all’altare (in realtà furono nozze civili, in quanto Silvio era nel mentre divorziato) Svilio Berlusconi e Veronica Lario, nome d’arte di Miriam Bartolini. Furono nozze non proprio del secolo ma decisive per il nostro paese (ancora non lo sapevamo) in quanto l’allora imprenditore Silvio stava decidendo di entrare in politica e tutto, come un film epocale, sarebbe cambiato. Quel matrimonio è un po’ la summa di tutti i mantra del Dio, padre e famiglia tanto decantato da persone che si sono sposate, hanno avuto relazioni extraconiugali, hanno divorziato e si sono risposate per poi, magnificamente riprendere il giro come se nulla fosse. Loro lo chiamano amore per la famiglia tradizionale ma si chiama semplicemente ipocrisia o se la volete più chiara: avere peli nello stomaco e riuscire a far brillare il legno come se fosse oro. Comprende tutti, destra e sinistra, alti e bassi. Il problema è però un altro: siamo tutti assolutamente d’accordo nell’esprimere la massima libertà nei modi e nei gesti. Ognuno può sposarsi o meno, fare figli o meno, pagare l’appartamento all’amante (se ha soldi guadagnati con onestà e il capitolo qui si ingarbuglia) o avere rapporti con chiunque (escluso ovviamente i minorenni). Però far passare questi curiosi matrimoni come l’amore trionfante e per sempre si rasenta il ridicolo. Aveva ragione Troisi quando pensava fosse amore ed invece era un calesse. Berlusconi sul punto non aveva le idee molto chiare: due moglie e una serie di compagne ufficiali. Su una questione mise d’accordo l’universo mondo: che una minorenne fosse la nipote di Mubarack. Pensavamo fosse un grande film ed invece era solo avanspettacolo, una sorta di C’era una volta in America interpretato da Massimo Boldi.
Giampaolo Cassitta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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