Dopo settanta anni di turismo, Alghero non ha ancora deciso cosa fare da grande. Gli ultimi quindici – la metà trascorsi tra gli scogli di una crisi economica globale – sono passati nel segno di Ryanair e dei clienti facili che la compagnia low cost irlandese ha portato a Fertilia con un innovativo e aggressivo marketing a livello continentale. Ora che Ryanair va via, il turismo di Alghero – e in genere di tutto il nordovest – è senza ossigeno. Gli irlandesi erano riusciti in parte a destagionalizzare il settore, offrendo centinaia di migliaia di turisti spalmati su tutto l’anno a un sistema polarizzato sui tre mesi dell’estate. I benefici sono andati soprattutto a B&B, agriturismo, seconde case e molto meno agli alberghi. Dato per assodato che Ryanair non è dedita alla beneficenza ma agli affari, bisogna però ammettere che i soldi spesi per ungere gli irlandesi sono stati il miglior investimento nel marketing del territorio mai fatto dall’autonomia in poi. E ora? Secondo le lamentazioni degli operatori – che vedono diradarsi drammaticamente le prenotazioni – alle compagnie low cost non ci sarebbe alternativa. Da questa analisi deriva l’affannarsi per racimolare voli da e per Alghero anche con compagnie di dubbia fama e solidità, pronte sì – con incentivi – a coprire ogni tipo di rotta durante l’estate e poi smobilitare al più tardi il primo settembre. Esattamente quello che non serve al territorio. L’ineluttabilità delle low cost è anche la prova del fallimento della continuità territoriale. Se neppure un regime di collegamenti a tariffe e oneri concordati è in grado di garantire all’isola un network minimo di voli con le principali città italiane ed europee, significa che tutto il sistema trasporti non è funzionale alle necessità del turismo e più in generale dell’economia sarda. Il problema è quindi molto più ampio di quello che appare e servono subito soluzioni percorribili anche perché i primi problemi emersi a Pasqua esploderanno col lungo ponte del 25 aprile-primo maggio. Tutte le crisi sono l’occasione per tentare nuove strade. Forse migliori e più remunerative di quelle che Ryanair ha creato e distrutto. La prima stradaè identificare chiaramente gli attrattori del territorio non sfruttati appieno: il sistema città che dovrebbe essere funzionante tutto l’anno, il porto turistico, l’agroalimentare, l’ambiente e il territorio del nord-ovest sardo nel suo complesso di eccellenze di cui Alghero è la capitale turistica. La città ha necessità di pulizia, parcheggi, tranquillità e di qualche maquillage. Il porto è carente di servizi di qualità, di parcheggi, di pulizia e deve essere sfruttato come struttura dedica al turismo nautico e non come area sosta per luna park, manifestazioni sportive, improbabili e irraggiungibili mercati del pesce. Per l’agroalimentare si può fare di tutto e di più, vista la qualità e la diversità dei prodotti. E potrebbe essere una delle chiavi per una integrazione del territorio e l’utilizzo consapevole dell’ambiente. Ma Alghero non ha ancora deciso cosa fare da grande e si piange addosso per il tradimento di Ryanair e si dispera perché la Regione non sa come togliere le castagne dal fuoco in una partita dove la Riviera del Corallo è il vaso di coccio tra i vasi di ferro di Meridiana, Alitalia, Qatar, Tirrenia, governo, Unione europea etc etc. Nel frattempo bisognerebbe correre ai ripari con un po’ di marketing per ricordare al mondo che Alghero non ha chiuso. E in questo settore non mi pare di avere visto molto, anche perché all’estate del 2016 – quella che potrebbe segnare la fine di tante piccole intraprese turistiche – mancano dieci settimane. Un esempio per tutti: l’arrivo della Grimaldi con collegamenti da Porto Torres e Olbia con Civitavecchia è una straordinaria opportunità. Non tapperà le falle aperte da Ryanair, ma potrà dare una forte spinta a tutto il nordovest. Cosa è stato fatto per cogliere questa importante novità nel settore traghetti? Quante convenzioni, quanti accordi, quanti allotment di posti sono stati bloccati dalle strutture turistiche algheresi?
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design