Come sempre, aveva offerto caramelle ai suoi ragazzi, alla fine della lezione. Perché si può essere severi nel gioco delle parti ma poi si riparte da capo, con un sorriso.
Il piccolo idiota, quel giorno, non aveva preso la caramella. Anzi, aveva guardato in faccia il professore e l’aveva salutato con un gesto offensivo. Un gesto di sfida. Era stato messo alla porta, insieme a un compagno di classe perché, nonostante i richiami, continuava a discorrere amabilmente dei cavoli suoi, fregandosene della lezione e rompendo l’anima al resto della classe.
Non era certo la prima volta che il professore spediva qualcuno dei suoi alunni fuori dalla porta. E di ragazzi “difficili”, alla scuola media “Caponnetto”, periferia di Palermo, deve averne trovati non pochi. Eppure sono certo che, quando ha sentito quella voce pronunciare il suo nome, all’ingresso della scuola, non ha pensato di essere in pericolo.
Sono arrivati in quattro a vendicare l’idiota. Padre, madre, amico del padre e amica della madre. Calci e pugni, alla testa e alle gambe. Il professore è finito all’ospedale. Deve averci pensato un po’ prima di fare nomi e cognomi dei suoi aggressori e raccontare il motivo del pestaggio.
Forse il professore ha frugato nelle tasche per vedere se avesse ancora le caramelle da regalare ai suoi ragazzi a fine lezione. Forse le ha trovate e deciso che no, gli idioti non meritano caramelle. E noi siamo d’accordo con lui. Anche se sarà difficile tornare in quella classe. Anche se la paura resterà come un fantasma negli sguardi di chi non accetterà le caramelle a fine lezione.
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