Quando in rete è rimbalzata la notizia delle dimissioni di Maninchedda, non nascondo di aver provato un sottile, perverso e sadico senso di soddisfazione. – Ora speriamo che facciano altrettanto Ramazzotti e Murtas, – ho pensato tra me.
Scherzo, naturalmente, ma mica tanto.
Maninchedda non è mai stato tra i politici che godessero della mia stima. L’ho sempre considerato tre gli opportunisti pronti a riciclarsi e a crearsi una verginità ad ogni cambio di maggioranza che potesse vincere le elezioni.
E’ stato con la giunta Soru durante la stagione più esaltante della politica sarda degli ultimi vent’anni, lo è stato poi con la destra di Cappellacci, per invertire ancora il senso di marcia col centrosinistra-sovranista guidato da Pigliaru.
E ora che la barca sta iniziando ad essere sotto la linea di galleggiamento, non ci sta a fare la zavorra, afferra un salvagente e si mette il culo in sicurezza.
Lo fa per stanchezza dice in un primo momento, per vedere l’effetto che fa. Ma l’effetto sono una serie di giudizi negativi.
Da destra, da sinistra, da qualche intellettuale, dagli indipendentisti stessi, che lo vedono come l’usurpatore di quello che da qualche mese, libero da impegni professionali, sta battendo in lungo e in largo l’isola, presentandosi come la soluzione ai problemi endemici della Sardegna e dei sardi, quell’Anthony Muroni, già uomo fiducia di Pili, passato per Zuncheddu, riciclatosi come l’ideologo del moderno indipendentismo salottiero e divenuto ormai il portabandiera di ogni rivendicazione anti italiana.
E allora il buon Maninchedda scopre le carte, lo fa con un duro comunicato che altro non è se non il suo programma elettorale per le prossime regionali, dalle quali ci separano appena venti mesi, sufficienti a “costruire lo Stato sardo“, a “guidare una rivoluzione civile“, a lavarsi la coscienza dalla polvere accumulata in questi oltre tre anni di permanenza in regione.
Mi raccomando però, non usi l’acqua di Abbanoa, ché i sardi, tutti, gliel’hanno “frastimata“..
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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