Che l’umiliazione potesse essere una pratica concepita per sanzionare gli errori ce l’ha raccontato Nathaniel Hawthorne ne La lettera Scarlatta dove, in quell’Inghilterra puritana del XVII secolo, una lettera A in panno rosso veniva appuntata al petto di chi veniva condannato per adulterio. Alle nostre latitudini la vergogna diventava un cappello da asino, come gli scolari discoli di Otto e mezzo di Fellini e alla maniera di tanti piccoli e mortificati alunni realmente costretti a indossare quel copricapo ed essere condotti in giro per la scuola dalla loro maestra, che li esponeva così alla derisione dei compagni.
Oggi il disonore veste abiti diversi che, tuttavia, non cambiano la sostanza: un’ingiunzione di pagamento, prima ancora di essere notificata all’interessato, e pubblicata sull’albo on-line del Comune di residenza che riporta “in chiaro” il nome del sanzionato, per esempio.
È quello che è capitato a un cittadino di Ozieri, Gianfranco Meledina, il quale si è visto recapitare una raccomandata contenente un verbale che gli attribuiva il torto di aver utilizzato, per lo smaltimento dei rifiuti, i cassonetti destinati ai residenti in agro. Infrazione che pareva confermata dalle riprese delle telecamere situate nella zona. Lui legge quel verbale e resta sbalordito, certo di non aver mai compiuto la trasgressione che gli si attribuisce. Ma poi, frugando nella memoria, ricorda di aver prestato la macchina a un familiare che ammette le proprie responsabilità e si reca nell’Ufficio della Polizia Municipale dove, insieme al riconoscimento dell’azione, spiega di essere possessore di un fabbricato non distante da quei cassonetti. Sotto consiglio degli agenti appone nero su bianco le delucidazioni, che vengono protocollate e allegate al verbale di riferimento.
La vicenda sembra essersi chiusa, suggellata da un silenzio che dura un anno.
Ma la sentenza non viene a un tratto, è il processo che poco a poco si trasforma in sentenza, lo aveva spiegato bene Kafka, ed ecco che magicamente quei dodici mesi silenziosi hanno prodotto verdetto e condanna. E allora l’apparente quiete viene squarciata da un boato inaspettato: il nome e cognome del proprietario dell’automobile, e non del contravventore alle disposizioni, pur con regolare ammissione protocollata, vengono esibiti in chiaro nell’albo on line del Comune.
Anche se oggi un’attenta normativa sulla privacy ormai suggerisce a chiunque di tutelare dati sensibili, estremi e informazioni, la lettera scarlatta e le orecchie d’asino assumono un’altra parvenza e svettano spudoratamente in un sito istituzionale.
Nel 2017, anno del Signore.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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