In un mondo dove nessuno più scrive, dove vincono i filmati, i tweet, le piccole frasi ecco che qualcuno decide, invece, di scrivere una lettera. Quel qualcuno è il Presidente del Consiglio italiano che scrive agli italiani all’estero. La decisione della lettera è legata al prossimo referendum del 4 dicembre che Renzi spera di vincere e che i sondaggi, invece, lo danno per perso. Il problema non è il referendum ma, a quanto pare, il vizio di scrivere le lettere ai poveri e vituperati, abbondantemente dimenticati italiani all’estero. Che compaiono solitamente prima delle elezioni o prima, come in questo caso, di una tornata referendaria. Scrivere una lettera è qualcosa di intimo, confidenziale. Lo ha fatto Berlusconi, lo ha fatto Prodi contro il referendum costituzionale proposto allora dal centro destra. Diceva, allora, Prodi: “Dobbiamo opporci con convinzione a questa confusa riforma che stravolge la nostra carta, nata dall’antifascismo e dalla lotta di liberazione nazionale.” Il buon Prodi potrebbe ripetere le stesse parole anche per questa riforma alquanto pasticciata e comunque che tenta anch’essa di modificare la costituzione nata dall’antifascismo ma questo è chiaramente un altro discorso. Ai poveri italiani all’estero hanno scritto anche Veltroni e Bersani, il primo le elezioni le ha perse e il secondo ancora non ha ben capito cosa sia accaduto, visto che dopo la sua vittoria hanno governato Letta e Renzi. Tutti a scrivere e tutti a rivolgersi ai cari italiani all’estero che, a quanto pare possono spostare l’asse del risultato a favore di chi scrive. Ho come un presentimento: ma vuoi vedere che scrivono agli italiani all’estero perché quelli in patria ben conoscono la situazione?
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design