Lui si chiama Giovanni Siotto, è un teologo di 32 anni e insegna Religione in diverse scuole medie della provincia di Nuoro. Si trova ora a fronteggiare un cospicuo numero di genitori che, contrariati dai contenuti delle sue lezioni, lo ritiene inadatto a ricoprire il ruolo di educatore. A innescare la miccia pare siano stati due romanzi, dal contenuto abbastanza esplicito, consigliati dal docente ai propri alunni e hanno dato fuoco alle polveri nonostante la raccomandazione agli studenti di farsi accompagnare dalla guida dei genitori durante la lettura Due testi forse scomodi che stanano la polvere da sotto il tappeto e svelano un mondo adolescenziale fatto di chat piccanti, scambi di foto osée su whatsapp, mercificazione di acerbi corpi femminili e tutto il sottobosco che accompagna la crescita dei ragazzini odierni in un’età in cui la comunicazione in famiglia risulta più impacciata.
Non parlerò dell’ipocrisia ammantata di moralismo che quest’inqualificabile filippica genitoriale lascia trapelare, perché è solo la punta dell’iceberg. Non parlerò nemmeno dell’art. 33 della Costituzione che recita che l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. E non parlerò neppure di buona parte dei vostri figli pre-adolescenti che, sebbene ritenuti da voi ancora ingenui bambini, sarebbero in grado di impartirvi lezioni di sesso talmente particolareggiate e distorte, perché apprese in maniera autonomamente maldestra, da mozzarvi il respiro in petto.
– Professore’ lo sa come chiamano quella ragazzina di I B che lei ha salutato poco fa? – mi hanno detto un giorno i miei alunni di III. – Non ho idea – – Schizzo! – – E per quale motivo? – ho chiesto loro fingendo stupore. – Dai che già ha capito, perché pare che nei bagni della scuola si diverta parecchio – Avevo ovviamente smontato la vicenda e cercato di ridimensionare il tutto; ma il seguito è irrilevante. L’esempio serve solo a dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, che i ragazzini al di fuori dal microcosmo familiare spesso sono assai diversi da ciò che i genitori pensano e che la distanza fra l’immagine che mamma e papà hanno del proprio pargolo e quella reale è spaventosa. Probabilmente le domande che avrebbe generato la lettura condivisa di quei libri ha intimorito i genitori, è umano e comprensibile, ma sarebbe il caso di capire che allontanare l’idea di una deriva comportamentale o, peggio, nasconderla ai figli e far finta che non esista può solo esporli al pericolo di finirci dentro disarmati e senza anticorpi.
Parlerò invece di un docente che avrebbe potuto serenamente infischiarsene dei pericoli che corrono gli alunni che s’affacciano, privi di consapevolezza, in una sterminata landa di degrado sessuale come quello del web; in un mondo virtuale di facile e veloce accesso all’interno del quale i messaggi non vengono né filtrati né selezionati da un adulto.
Parlerò di un docente che avrebbe potuto spiegare il Cristianesimo, recitare 2 Padre Nostro e tornare a casa tranquillo e pago, ma che invece ha avuto l’audacia di andare incontro ai giovanissimi prendendoli per mano e facendo saggiare, col suo rassicurante braccio sulla spalla, la consistenza del mondo nel quale si accingono a entrare privi di strumenti critici per fronteggiarlo.
Parlerò di questo docente perché sta provando, fors’anche in modo dolcemente azzardato e non pianificato preventivamente coi genitori, a far sì che i suoi piccoli alunni non si imbattano nel loro futuro nei messaggi contraddittori e confusi sull’erotismo. Perché spesso remore, silenzio e chiusura non aiutano a discutere in maniera disinvolta di sessualità con gli adulti, indifferentemente genitori e docenti, proprio in un target di età in cui sarebbe indispensabile farlo. E sappiamo tutti quanto questi temi in famiglia siano talvolta confinati a una dimensione sottintesa, accennata e allusa, poi colmata invece dalle esperienze personali di coetanei o da informazioni acquisite sui media, senza un opportuno equipaggiamento alle spalle
Parlerò dell’intrepido docente per denunciare l’insufficienza di un altro tipo di consapevolezza: quella che concerne la mancanza di collaborazione tra scuola e famiglia, quasi fossero due nemici che si affrontano per accaparrarsi la priorità nell’educazione e nella formazione dei futuri cittadini, ostacolandosi a vicenda anziché concorrere insieme al loro sviluppo.
Ho parlato dell’audace docente perché prima di gridare allo scandalo e appuntare al petto di Giovanni Siotto una lettera scarlatta, avreste forse dovuto controllare i files temporanei e le tracce lasciate dalla navigazione in rete nello smartphone di vostro figlio. Sì, proprio quello che gli avete regalato a Natale, insieme alla connessione Internet e ai Giga illimitati.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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