Siccome dicono sempre che le assoluzioni non fanno notizia quanto le accuse e le (eventuali) condanne, ci mettiamo una pezza. L’ex eurodeputato dell’Idv, Giommaria Uggias, è stato assolto nel processo di primo grado che ha visto sul banco degli imputati una nutrita pattuglia di onorevoli sardi accusati di peculato. E per questo si aggiudica il non sempre ambito titolo di personaggio del giorno di Sardegna Blogger. Ma siccome non siamo così paraculi, ricordiamo pure che il bilancio finale è pesantissimo (tredici condanne e un’assoluzione) e che da questa vicenda la credibilità della classe politica sarda esce decisamente a pezzi.
Uggias (a sinistra nella foto…) così come Peppino Balia e Renato Lai, viene fuori a testa alta, ma l’inchiesta ha avuto il merito di portare a galla un diffuso vizietto da cui la classe politica sarda non era, evidentemente, immune. Si utilizzavano soldi pubblici, dedicati ad attività quantomeno collegate con il ruolo istituzionale svolto, per viaggi e weekend in compagnia, pranzi e cene non esattamente frugali, spese matrimoniali, convegni sull’obesità a base di porcetto, donazioni al partito di riferimento. Dal momento che i soldi destinati ai gruppi politici in seno al Consiglio regionale venivano accreditati direttamente sul conto corrente di ogni consigliere e che non c’era necessità di produrre ricevute, perché non spenderli come fossero parte del già lauto stipendio?
Avere stroncato questa “attitudine” è forse il risultato più importante raggiunto dalla magistratura in un’inchiesta che, per il resto, produce altri effetti interessanti. A partire dalla sospensione dall’incarico di Consigliere regionale di Alberto Randazzo, Oscar Cherchi e Mario Floris. Per loro, scatta la tagliola della legge Severino. Ma non finisce qui. Uno dei tre subentranti, infatti, nello specifico Mariano Contu, è a sua volta indagato, sempre per lo stesso motivo, in un’altra tranche d’inchiesta aperta dalla procura cagliaritana. Tra il disastro di una legge elettorale scritta con i piedi e i problemi con la giustizia, l’attuale legislatura assomiglia sempre più a una giostra. In attesa delle prossime sentenze (ce ne sono altre in arrivo) e degli esiti dei prevedibili ricorsi.
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