Si può essere contenti di un accordo, quello recentemente sottoscritto sulla vertenza Meridiana, che mette sulla strada 400 lavoratori? Credo di no, soprattutto se occupi temporaneamente la carica di presidente della Regione e cioè di tutti i sardi. Eppure Francesco Pigliaru e il suo sempre più impopolare assessore ai Trasporti, Massimo Deiana, raffigurati in coppia e sorridenti sulla Nuova di oggi, continuano imperterriti a ignorare taluni non trascurabili aspetti che, evidentemente, esulano dalla loro visione di società e comunità.
Una caduta di stile acuita da una reprimenda, con tanto di appello al senso di responsabilità dei dipendenti, sullo “sciopero bianco”, chiamiamolo così, che ha costretto Meridiana a cancellare decine di voli nelle giornate calde successive alla firma dell’accordo. Parlano, Pigliaru e Deiana, come fossero i dirigenti di Meridiana, incuranti delle sofferenze e dei tormenti di chi ha perso il lavoro e preoccupati esclusivamente di evitare effetti collaterali sgraditi. Neppure una parola di conforto o dispiacere per i nuovi disoccupati in maglietta rossa, magari in premessa, cosa che avrebbe addirittura cambiato, completandolo, il senso delle loro dichiarazioni. Perché è evidente che questa forma di protesta, un’impennata di certificati di malattia tale da costringere la compagnia a cancellare decine di voli, non può suscitare grande simpatia.
Va pure detto che la coppia Pigliaru-Deiana si è occupata ben poco di una vertenza così delicata e angosciante. La trattativa è stata interamente delegata al Governo e ai sindacati. La Regione ha tenuto un profilo basso, tranne sollevare la testa, sfoderare il sorriso e attribuirsi inesistenti meriti dopo una mattanza di 400 licenziamenti che fa da preludio a un (possibile) accordo con Qatar Airways per tenere in piedi l’azienda. Certo, sarà pure il male minore. L’alternativa, dicono, era la chiusura. Ma Pigliaru e Deiana hanno anche offeso quel gruppetto di sindacalisti che, alla fine, ha deciso di firmare l’accordo in un clima pesantissimo, beccandosi insulti, minacce e gavettoni.
Credo che tutti avrebbero apprezzato una visita a Olbia della beata coppia di governo, quantomeno per esprimere un sentimento, provare a dare un segnale di speranza per il futuro e comunque mettere uno straccio di faccia istituzionale davanti al dramma. Invece, a cadavere caldo, l’assessore Deiana aveva programmato la trasferta ad Alghero per festeggiare il nuovo trenino e a Porto Torres dove Grimaldi inaugurava il nuovo terminal. Ad Alghero, peraltro, il pavido assessore non ha messo piede, dopo aver saputo della contestazione che lo attendeva a causa della dipartita di Ryanair.
Non sono a priori un detrattore dei tecnici prestati alla politica. A patto, però, che sappiano conciliare i concetti accademici con il rispetto per il sudore e le lacrime, la rabbia e il dolore, la fatica e l’angoscia. Perché il male minore, come è accaduto per Meridiana, lascia sul selciato centinaia di vittime. E non c’è proprio niente da festeggiare.
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