C’è poco da fare. Quando qualcosa va storto, è sempre colpa dello staff.
Lo tsunami di polemiche che ha travolto la campagna sul Fertility Day ha indotto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a dare in pasto ai leoni la sua dirigente, Daniela Rodorigo. Sarebbe stata lei, secondo la versione ufficiale, a presentare la famosa immagine in diversa risoluzione rispetto a quella poi pubblicata in line.
In sostanza, se non ho capito male, l’ignara ministra avrebbe visto la foto della campagna senza però accorgersi del messaggio vagamente razzista in essa contenuto in quanto stemperato dalla bassa definizione. Non ci credo. Sono propenso a credere che nessuno dei due, nè la ministra nè la dirigente, abbia valutato le conseguenze di una campagna articolata in quel modo.
Daniela Rodorigo, peraltro, non ha molto da rimproverarsi. Laureata in giurisprudenza, si è sempre occupata di sanità in senso stretto. Come sia finita a capo della direzione generale della comunicazione e dei rapporti internazionali ce lo potrebbe dire proprio Beatrice Lorenzin che, nel 2014, firmò il decreto di nomina, garantendole una modesta retribuzione mensile di 236.500 euro all’anno che equivale, all’incirca, allo stipendio di Sergio Mattarella.
Dunque la ministra della Salute è due volte responsabile della figuraccia internazionale. Primo: non si è accorta di ciò che stava per andare in stampa con la firma del Governo. Secondo: ha scaricato sul sottoposto, da lei stessa nominata, una propria precisa responsabilità politica, un errore marchiano di comunicazione che qualsiasi persona di buon senso avrebbe potuto facilmente individuare e correggere.
Altrove, la campagna sarebbe ritirata con tanto di scuse e la ministra avrebbe rassegnato le dimissioni. Ma in Italia siamo fatti così. Basti pensare alla gaffe di Francesca Barracciu. Nelle vesti di sottosegretaria alla Cultura riuscì nella clamorosa impresa di confondere Sebastiano Satta con Salvatore Satta, dedicando il suo intervento all’autore de “Il giorno del giudizio” durante la celebrazione del centenario della morte del Satta poeta. La colpa fu attribuita a “una leggerezza dello staff”. Lorenzin ha imparato la lezione. Quanto a Daniela Rodorigo, immagino, farà ricorso, lo vincerà e spunterà da qualche altra parte a occuparsi magari di cose che non conosce. Stili di vita, anche questi, da correggere.
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