Se non fosse stata rinviata, oggi avevo deciso di fare irruzione nell’assemblea regionale del Pd per raccontare la storia del mio amico che zoppicava e ogni passo era una smorfia di dolore. E’ un amico di quelli a cui voglio molto bene, di quelli che non si lamentano mai e per questo ti preoccupi di più quando pensi che stiano male. Gli chiedo cosa abbia alla gamba e lui mi dice -Il medico pensa che sia una brutta lesione al ginocchio, occorre un’ecografia urgente. -E cosa aspetti a farla? -Quando ho soldi telefonerò al centro di prenotazione dell’Asl. -Perché, ci vogliono soldi per telefonare al Cup? -No, ci vogliono per il ticket e ora non ne ho. Questo gli avrei raccontato alla gente del Pd, se avessero voluto capire. Il mio amico non è un vagabondo. E’ un lavoratore dipendente fisso di una importante azienda artigianale della mia città, dove percepisce di netto circa 1500 euro al mese. Non è poco, in tempi normali. Ma in anni nei quali lo stato sociale sta andando a puttane, con la sedicente sinistra che dice che la cosa è politicamente corretta e la destra che usa il malumore della gente come trampolino per peggiorare le cose, con questi 1500 euro la tua famiglia di quattro persone può mangiare e basta. Se non ti accontenti e ti rompi pure il ginocchio, sono cazzi tuoi. Cari presunti compagni, gli avrei detto, mentre fate ridere la gente prendendovi a timidi spintoni, mentre fate gli Scaramacai della politica sarda, cercate di capire che il mio amico con il ginocchio rotto che non può permettersi il ticket è il simbolo del vostro vero fallimento. La sanità è il settore più pervasivo nelle coscienze, il più capillare del welfare e il vostro messaggio è stato: “Abbiamo messo i conti a posto”; e non: “Stiamo garantendo anche ai poveri il diritto alla salute”. Chi volete che vi segua quando davanti al neo fascismo che si sta impossessando dello Stato, contrastato soltanto dalle strutture sane dello stesso Stato, voi presentate un Renzi populista quanto i populisti ufficiali che si assolve e sparge veleno con l’innaffiatore agricolo su chi nel partito non la pensa come lui? Se in Sardegna indossate la medaglia dei “conti a posto” nella sanità e vi tappate le orecchie davanti al diffuso commento “così a mettere i conti a posto c’è buono anche l’asino”? Se la vostra priorità prima di andarvene è lasciare in eredità alla destra un piano urbanistico che già da ora la stessa destra sta silenziosamente condividendo? Cosa mi avreste detto se avessi fatto irruzione a dirvi del mio amico che zoppica e tutte queste altre cose? Probabilmente, non essendo io un iscritto, non mi avreste preso a spintoni. Vi incazzate soltanto tra di voi, ormai. Magari mi avreste dato del qualunquista, aggiungendo una nobile smorfia di disprezzo; qualcuno avrebbe aggiunto che è colpa di gente come me se la sinistra è divisa. Me l’hanno già detto. Purtroppo penso però, sempre di più, che critiche così mi vengano non più dalla sinistra, ma da un’area indefinita comunque in disfacimento. E il guaio è che questo Pd, quale che sia, era l’unico indegno contenitore di un’opinione davvero di sinistra che in Italia, e quindi anche in Sardegna, sarebbe molto diffusa se ci fosse una classe politica in grado di esprimerla. Insomma, non vedo alternative: né allo sfascio del Pd né al dopo sfascio. A proposito, lo dico ai dirigenti del Pd così non avranno rimorsi di coscienza: gli amici quando è possibile sostituiscono lo stato sociale e l’ecografia è stata fatta.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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