La notizia (per la mia famiglia stretta e per pochi amici) è che sono dispiaciuto per questo scandalo quartino che sta slavinando i grillini. Ora, familiari e amici sanno che cosa penso del Movimento 5 Stelle. La sua trasversalità sociale mi ricorda non i veri partiti popolari ma il sindacato corporativo fascista. Cioè una presa per il culo. I sondaggi che danno i suoi elettori più alla ricerca di una forza di opposizione che di governo, mi confermano quanto sia pericolosa la pancia dell’opinione pubblica e il suo storico, ininterrotto e minaccioso borborigmo di sottofondo. E quanto sia criminale, politicamente parlando, assecondarlo scopo consensi. E in questo, Grillo & C. mi ricordano Salvini & C., tanto che su immigrazione e roba così ogni tanto si incontrano sul ponte di Bassano e si danno la mano. Ma è inutile che ripercorra tutti i profondi motivi del dissenso verso un partito che non voterò mai e che però ero contento che esistesse. Perché? Perché sono talmente ipocrita e disperato che speravo che questa lancia nel costato riuscisse in qualche modo a spronare gli altri partiti, quelli dell’area di sinistra, quelli che ho sempre votato, a trascurare il settore degli affari a favore di quello della politica. Ma questo dibattito sulla moralità nella pubblica amministrazione mi ha fatto cadere ogni illusione. In sostanza dicono: “Visto che la rogna ce l’avete anche voi”?. E quelli rispondono: “Ma voi ce l’avete di più”. Livelli altissimi. Pinocchio e Lucignolo che ridono ciascuno delle orecchie d’asino dell’altro. Anzi, troppo nobile. Mi ricordano piuttosto le competizioni dei bambini a chi ce l’ha più lungo. O a chi piscia più lontano.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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