Certi titoli di giornale fanno indignare, invece bisognerebbe passare oltre e tacere.
Un giovanotto delle mie parti, qualche anno fa, tornò raggiante a casa, annunciando all’anziana madre di aver appena chiuso l’affare della sua vita: l’acquisto di un’auto sportiva, di seconda mano ma tenuta bene. Il proprietario gliela avrebbe portata a casa nel pomeriggio, dopo qualche lavoretto alla carrozzeria. Poiché la famiglia non se la passava benissimo sul piano finanziario, la madre andò su tutte le furie e prese a male parole il figlio, trattandolo da sconsiderato e irresponsabile. La sua rabbia divenne irrefrenabile qualche ora dopo, quando l’auto sportiva arrivò sì a casa, ma sul carro attrezzi. La fuoriserie non era in grado di marciare con le proprie forze. Venne scaricata davanti casa, mentre la discussione in casa raggiungeva picchi di decibel udibili da tutto il quartiere. Ad un certo punto il giovanotto, che contava sul sostegno finanziario della madre, capì che l’affare rischiava di saltare. Però aveva preso un impegno col venditore e, non sapendo che fare, finì col tentare la strada dell’atto clamoroso. Salì sul tetto della casa minacciando di lanciarsi nel vuoto. In breve, una folla si riunì sotto la casa e ognuno si prodigò in suppliche per convincere il giovanotto a recedere dal suo insano proposito. Si andò avanti per un certo tempo. “Micci lampu, micci lampu!” “No, no ti ci lampà, accuncemu tuttu”. Dopo quel certo tempo, si fece largo in mezzo alla folla un parente del giovanotto. Senza dire una parola, guardo e ascoltò per qualche secondo quanto stava avvenendo. Poi impartì un ordine perentorio ai presenti: “Andate via tutti!”. In pochi secondi la folla si disperse. Rimasero soli, il giovanotto sul tetto e il suo parente per strada. Finché il giovanotto, capito di aver perso l’attenzione generale, scese dal tetto e infilò la porta di casa, senza dire una parola.
Concedere attenzione a chi la cerca con gesti clamorosi e parole cattive fa solo il gioco di chi, appunto, la cerca. Passare oltre tacendo è l’unica strada.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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