Ma in sala travaglio, che non è quella del giornalista, mai ci siete entrati? E in sala parto, che non è la sala d’aspetto delle ferrovie di Sassari?
E allora, fatevelo raccontare da chi queste esperienze le ha vissute sulla propria pelle, che molti pensano che fare un figlio sia una passeggiata e non vi stupite del calo demografico..
Intanto arrivi al momento fatidico trascinandoti quel fardello appeso alla parte anteriore del corpo che se non azzecchi il punto del baricentro cadi a faccia a terra (che Ercolino sempre in piedi non lo hanno ancora fornito tra le cure obbligatorie delle gestanti). Arrivi lì con dei dolori che le coliche renali manco il pelo gli coricano, ma nessuno ti caga: il medico che scherza con l’ostetrica, che risponde con un gesto all’infermiera, che ti guarda sorridendo perché “Signora, deve aver pazienza, non è ancora pronta”!
E tu sei lì che nel frattempo ti hanno fatto sistemare su quella barella con le due grucce alle quali devi appendere le gambe..
E i dolori aumentano, azzz se aumentano…
-Ooohhh, ma fate qualcosa!!! -SIGNORA, le ho detto che non è ancora pronta, non è la prima che partorisce, sa!
E se sei giovane ti sfottono pure: -Le è piaciuta la bicicletta? Originale!!!
Finché all’ennesimo urlo ecco che si avvicina un camice, indossa con calma i guanti in lattice e porta verso di te una mano minacciosa, mimando una pistola, con l’indice e il medio tesi e il pollice ad angolo retto.
-Presto, presto, sta per uscire!!
Allora ti caricano in barella, di corsa, e parti in sala parto. La stanza dev’essere insonorizzata, altrimenti non si spiega come mai quelle urla disumane non le sentano fino al Rosello, ma nessuno tra quelli/e che si trovano lì si pone il problema.
Poverina, c’è una donna di Sorso che urla a squarciagola e l’ostetrica le chiede: -Signora, come mai le mancano tutti i denti?
– Perché quando ho partorito gli altri, in casa, la levatrice mi metteva un fazzoletto in bocca e mi diceva “stringi più forte che puoi, che sennò ti sentono in strada”, e io stringevo tanto da perdere qualche dente…e questo è il sesto figlio, per questo sono venuta in clinica, no’ aggiu più denti! (non ho più denti)
Poi nell’altra postazione c’è la giovane, tutta feisbuc e uozzapp che si appresta a partorire il primo figlio e si dimena, e urla che sta per nascere e il medico: – Signora stia calma, faccia la respirazione canina!
– Come?? – e continua a dimenarsi e a spingere
– Faccia come il cane, signora! – urla il medico spazientito.
E lei, poveraccia, sfinita e stizzita: – Bau, bau, bau… – Maschiooo!
Per non parlare della giovanissima primipara, timida, che pensa di aver finito dopo aver partorito quella cosina bella bella (femminaa!!!) e invece il medico le dice: – Aspetti non si muova, non vada da nessuna parte perché si vede un’altra testa.. E dove cazzo va la poveretta, in quella posizione, con le gambe appese alle grucce, impreparata al primo figlio, figuriamoci alla seconda a raffica, che ancora a Sassari non c’erano gli ecografi?
E infine c’è la corsia, dove ormai ci si rilassa, i dolori sono un ricordo e il codazzo dei medici passa per la visita di controllo mattutina. – Qui cosa abbiamo? – chiede il primario rivolto ai “dottorini”. E quello più giovane, impacciato, quasi imberbe, che sta facendo scuola guida: – Primipara attempata… Non termina la frase che la donna, una ultraquarantenne al primo figlio: – Primipara attempadda a mamma toa!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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