Alcuni giorni fa il direttore di SardegnaBlogger Francesco Giorgioni scriveva un articolo su Giulietto Careddu, consigliere comunale di Olbia appena approdato al PD dopo un passato politico convulso: ex del PDL, ex dell’Udc, ex dei Fratelli d’Italia. Sui politici come Careddu, che nell’età della giovinezza politica i partiti se li fanno tutti, ma che infine scelgono come compagno per una vita tranquilla il partito di Renzi, SardegnaBlogger potrebbe aprirci una rubrica, una sorta di posta del cuore corredata da biografie. Ipotizzando che questa rubrica esista, il politico affetto da dolorosi dubbi politico – sentimentali di oggi, potrebbe essere il laziale Marco di Stefano. Classe 1964, si presenta nel suo sito personale con un profluvio di dettagli, tanto da mettere a disposizione una vera e propria biografia in pdf sui suoi cinque anni trascorsi in via Cristoforo Colombo come assessore regionale, con tanto di citazione, dedica e prefazione. “Sono un politico, non uno scrittore” , avverte per rassicurare sulla brevità della cronistoria. Lo avesse scritto, un libro, lo si potrebbe chiamare “L’amore ai tempi della Regione Lazio”. Una storia che coincide con un addio, il primo, quello a Pier Ferdinando Casini e il suo UDC. Come immaginare, del resto, un cuore irrequieto come quello di di Stefano rinchiuso nella gabbia limitante del partitino bacchettone di Giovanardi? Meglio la Lista Civica Piero Marrazzo, di cui di Stefano, evidentemente, fiuta argutamente i meno conformi e insospettabili gusti amorosi. Ma le vie del cuore sono infinite e a riportare Marco nella retta via è Don Clemente Mastella che innalzandolo tra i preferiti dell’harem UDEUR, lo nomina vice segretario nazionale. Ma Marco, oramai convinto di aver messo cuore, testa e chissà che altro a posto, deve affrontare l’ennesima delusione: la caduta di Prodi lo trascina verso Rutelli che lo corteggia a suon di Margherita, poco prima che questa si fonda in rapporto appassionato coi Democratici di Sinistra, concependo il PD, per cui diviene deputato. L’amore pare duraturo, e come dargli colpa a di Stefano? Difficile trovare su piazza un’amante accogliente e rassicurante come la Leopolda. E vissero tutti felici e contenti. O forse no. Perché ogni storia d’amore e di politica ha il suo lato oscuro, e in Italia, questo significa, quasi sempre, non lettere d’amore, ma di avviso di garanzia. Di Stefano è accusato di aver intascato una mega tangente da due costruttori romani, i fratelli Pulcini. L’epilogo del libro che di Stefano non avrebbe mai voluto scrivere comprende anche la sparizione di Alfredo Guagnelli, imprenditore dai guadagni stellari e sospetti, che avrebbe funto da tramite coi fratelli Pulcini. Guagnelli scompare nel nulla dopo un incontro col nostro di Stefano, chissà, dopo una partita a carte o a playstation, caste attività che l’invaghito del Pd dice di aver condiviso con lo scomparso. Vengono a dirmi, i dirigenti del PD, che il loro è partito del futuro, il partito giovane che guarda ai giovani come me. Più passa il tempo e più tutto mi appare come un casino gestito male. Il PD è per me, quello che prima era sempre stato Forza Italia, un partito impresentabile. Inutile buttare in prima fila e sotto i riflettori il volto della Fata Turchina Boschi o le crocchie da governante tardo ottocentesca della Madia. Scava, nemmeno tanto a fondo, e ti imbatti nei soliti puttanieri da partito. Se la memoria non m’inganna, in un anno in SardegnaBlogger, mai avevo scritto sul PD. Ieri mi sono detta: “Voglio provarci, almeno una volta,e farlo come si deve”. Ho capito che parlare come si deve del PD equivale, per me, a parlarne male.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design