A Sassari stanno facendo delle piste ciclabili. Lo dico a chi non è di Sassari perché a Sassari lo sanno tutti. Io sono sostanzialmente favorevole a questa opera anche se come tutti subisco i disagi per la sua realizzazione, anche se sto a sentire chi mi assicura che poteva essere fatta meglio e anche se non ho la bicicletta. Insomma, una di quella cose che vabbé ma non è che mi sveglio ogni mattina pensandoci. Ciò che sin dall’inizio mi ha stupito è stato invece il livore con cui i lavori sono stati accolti. Poche le critiche composte, molte quelle irriferibili e in genere coincidenti con una scarsa informazione. Un clima da forca, insomma, che non avevo mai respirato per cose certamente più importanti. Ho lanciato un post sul mio profilo Facebook, una di quelle cose che si fanno così, tanto per chiacchierarne con pochi amici, non chissà quale riflessione. Apriti cielo! Non parlo dei commenti sul mio profilo, in genere positivi perché provenienti appunto da quei pochi amici, ma dell’intero, esponenziale, immenso dibattito che si è sviluppato nel rincorrersi delle condivisioni. Alle immeritate lodi si opponevano in profili che neppure prima conoscevo insulti di ogni sorta. Il fatto che poi a un certo punto il sindaco abbia condiviso il mio post commentando che Facebook dovrebbe diventare uno spazio un po’ più civile, mi ha attirato l’accusa di essere un suo lacchè (come si diceva più di quarant’anni fa, quando ero maoista). Insomma, sembra che a un tratto tutta la frustrazione di una città in evidente declino non soltanto economico si sia riversata su questa faccenda delle piste ciclabili. Evviva. Comunque, ecco qui di seguito il post di cui parlavo. Io la penso così. E non mi sembra di avere detto, nel bene o nel male, cose meritevoli di encomio o di oltraggio. Giudicate voi non sassaresi. E siate clementi nel giudicare la mia città, più che me. “Se penso che, quando saranno finite, queste piste ciclabili le useranno un mucchio di sassaresi come se fossero sempre esistite; se penso al maggiore traffico di acquirenti e non di sole auto che porteranno in tutti negozi che ne saranno lambiti; se penso che saranno assorbite dalle nostre abitudini legate a opere utili, invisibili e irrinunciabili come a esempio le nuove fognature del centro storico che tante lamentele avevano suscitato durante la loro realizzazione; se penso che qualche forestiero che ha girato il mondo e che capiterà nella nostra città si farà l’idea di essere capitato in una città tutto sommato civile; se penso che io non ho la bicicletta ma non ho tutto questo altezzoso disinteresse verso quelli che invece ce l’hanno e la usano; se penso a tutte queste cose preferisco non pensarci perché mi viene voglia di difendere Palazzo Ducale e per principio non voglio farlo, anche perché visto il livello del dibattito magari mi accusano di avere interessi personali perché sono nato lì vicino”.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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