Ho letto la nota scritta dall’On. Pier Franco Zanchetta, in cui annuncia alcune iniziative politiche molto forti presso i vertici della Regione e del Ministero dell’Ambiente, finalizzate ad ottenere il Commissariamento dell’Ente Parco del’Arcipelago di La Maddalena.
L’On. Zanchetta ha una serie di ragioni.
Lunedì scorso, spettatore del Consiglio Direttivo del Parco, ha assistito allo stesso spettacolo vergognoso cui ho assistito io, che del Consiglio Direttivo faccio parte da dieci mesi.
C’è un passaggio, nella nota dell’On. Zanchetta, che vorrei sottolineare: a un certo punto egli parla di “Un degrado amministrativo e gestionale al quale bisogna porre rimedio con urgenza per cercare di salvare il salvabile”.
Io so, e chi osserva il Parco da anni sa, che il “degrado” e il “salvabile” hanno nomi e cognomi.
I meccanismi di nomina degli Enti Parco hanno prodotto, da quando esiste il Parco, Consigli Direttivi e Presidenti che hanno sempre mostrato difficoltà nel dialogare con l’Amministrazione comunale in carica. Successe con Birardi e Camarda, Con la Giudice e Cualbu, con Comiti e Bonanno. E ogni volta è successo a prescindere dal valore dei Sindaci e dei Presidenti, e dal loro colore politico.
Il commissariamento è utile quanto la lavanda gastrica a uno che abbia mangiato funghi velenosi. Magari si salva, ma se poi torna a mangiare funghi senza criterio, prima o poi avrà bisogno di un altro ricovero, se è fortunato. Nel caso del Parco, i funghi velenosi sono i meccanismi di nomina del Presidente e del Consiglio direttivo.
Senza mettere mano a questi meccanismi, continuerà a succedere quello che è sempre successo da vent’anni a oggi: il boccino lo tiene il Ministero, e il Ministro di turno ha molto peso nel decidere chi inviare ad amministrare i Parchi, compreso il nostro. Gli attori locali (Comune, Regione, Provincia, partiti, associazioni) competono tra loro per indicare i propri rappresentanti, e la probabilità che esca fuori un Consiglio male assortito è alta, molto alta. Quando dico “male assortito” non mi riferisco alle qualità umane e professionali dei nominati ma alla possibilità che, insieme, contribuiscano a creare un clima di dialogo tra Parco, Comune e Regione.
Il problema è che cambiare i meccanismi di nomina è un obiettivo ambizioso, e per sperare di raggiungerlo serve che Parco, Comune e Regione remino tutti dalla stessa parte. Finora non è mai successo. Oggi però, in questo momento, è possibile. E non si pensi che, siccome si tratterebbe di mettere mano a leggi nazionali, nessuno ci ascolterebbe. La prova è sotto gli occhi di tutti: quando si trattò ti trovare tre milioni di Euro per comprare Budelli, si cambiò addirittura la Legge Finanziaria. Quindi è possibile, difficile ma possibile anche cambiare le regole per le nomine del Presidente e del Consiglio Direttivo.
Certo, quando le cose vanno male, e ora vanno male, la tentazione è sempre quella di azzerare tutto.
Questo potrebbe succedere anche questa volta, a meno che non si voglia provare a salvare il salvabile.
Il Consiglio Direttivo di cui faccio parte ha quasi eliminato la conflittualità tra Parco e Comune, e questo è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo cercato di porre un argine allo strapotere di Bonanno e al suo modo napoleonico di concepire il proprio ruolo, cose da cui dipende buona parte del degrado amministrativo dell’Ente; abbiamo da subito instaurato un dialogo con l’Amministrazione Comunale e stiamo puntando ad avere un dialogo con l’intero Consiglio Comunale. Da mesi chiediamo che il Parco accolga l’invito del Sindaco e svolga le sue riunioni nel Salone del Palazzo Comunale. Abbiamo lavorato, sin da subito, a elaborare un Piano del Parco (pressati, nei tempi, dal Ministero) che tenesse conto delle previsioni del Piano urbanistico Comunale. Abbiamo fatto una battaglia decisa e per il momento vittoriosa affinché Budelli continui ad essere protetta ma libera, aperta a tutti i sardi, in particolare ai maddalenini, e ai turisti che decidano di farci una passeggiata. Crediamo che lo stesso debba avvenire per le altre isole.
Ecco, io credo che il lavoro svolto dai Consiglieri maddalenini in questi mesi sia “il salvabile”, che il dialogo avviato con l’Amministrazione comunale sia “il salvabile”; che la collaborazione a tre, fra il Consiglio Direttivo, il Consiglio Comunale e il Consigliere regionale maddalenino, sia assolutamente “il salvabile”.
Un commissariamento alla vecchia maniera può azzerare i sintomi, ma lascia intatte le cause, col risultato che il malato tornerà in breve tempo ad ammalarsi di nuovo.
Sia chiaro, non sto chiedendo all’On. Zanchetta di non presentare la sua istanza, né mi spaventa il possibile esito. Però mi premeva sottolineare che forse sarebbe più utile sedersi (chi ha la buona volontà di farlo) e chiedere con forza che le regole per la nomina del Presidente e del Consiglio siano modificate.
Il Comune e la Regione lo hanno chiesto spesso. La novità oggi è che, a mio avviso, a chiederle sarebbe anche il Consiglio direttivo del Parco.
Una novità non da poco, un’occasione che sarebbe bene non sprecare.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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