Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda ha pubblicato questo post nel suo profilo Facebook: “Nel Mediterraneo c’è una nave con 629 persone a bordo. Non possiamo lasciare 11 bambini, 7 donne incinte e 123 minori in balia della disperazione. C’è un senso, un principio, un sentimento che le politiche hanno il dovere di anteporre: l’umanità. Il rischio è che esseri umani e bambini paghino le conseguenze più pesanti di scelte irrazionali, scellerate e demagogiche. Il governo autorizzi l’ingresso della nave in acque italiane e discuta, nelle sedi opportune, con l’Europa, le politiche dell’accoglienza”. Il primo dei commenti è questo: “Fai un giro nel cagliaritano e vedi quanti di questi sono in giro a vagabondare a spese nostre, io pago le tasse per far crescere i miei figli non questi scansafatiche, che tralaltro ora iniziano a compiere reati in giro per le città”. Zedda ha avuto molti consensi, molte condivisioni, ma il dibattito ha preso lo spunto da quel primo commento, che ha avuto più di un terzo dei like dello stesso post del sindaco. Zedda è uno che ha importanti capacità di pensiero e di governo. Eppure appare in minoranza su un tema che soltanto pochi anni fa appariva scontato: il dovere di essere solidali. L’umanità come unica scelta per salvare infine anche noi stessi. E’ un triste paradigma dell’Italia allo stato dell’11 giugno 2018.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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