Non riesco ad irritarmi per la foto di Salvini con in mano pane e nutella o con le varie felpe istituzionali delle forze dell’ordine: fa parte del nuovo modo di intendere la politica. Me ne faccio una ragione e non osservo la situazione, come qualcuno scrive continuamente da mesi, dallo scranno elitario di una sinistra rosicona e radical-chic. Semplicemente annoto nel mio diario quotidiano che questo è il nuovo modo di concepire la politica. Sono nato a pane e Berlinguer, frittelle e Pasolini, salame e Bobbio; mi sono innamorato di Pavese e delle sue colline, di Borges e Marquez, di Amado e Oz, di Vecchioni e di De André, di Mannoia e di Lennon e tutto questo è superato dalla semplicità di una semplice fotografia – lo dico all’antica – con un politico influente che sorridendo mangia pane e nutella. Che c’è di male direte voi? Niente, rispondo io. Il politico mangia come noi, è uno di noi, obiettano i milioni di fan dell’Onorevole Salvini. Come se Berlinguer non mangiasse come noi, come se Pertini non amasse le ricette della sua Liguria. Il problema, semmai, è legato a ciò che si mostra per essere riconosciuti: chi evidenzia i muscoli, per esempio, vuole raccontarci di essere fiero, forte, invincibile, chi si fa immortalare con la moto o con un’automobile sportiva ci racconta la propensione allo sport, all’esuberanza, alla voglia di superare sempre i propri limiti. Però c’è anche chi dice che ognuno è ciò che mangia: pane e nutella sono il frutto delle merende degli anni settanta, un po’ vietate dai genitori apprensivi che preferivano pane e formaggio o burro e marmellata. Mi sarebbe piaciuto poter apprezzare un politico per ciò che legge. Nel 2018 non ho visto nessuno di loro postare un selfie con un libro. Forse troppo radical-chic e troppo triste. Però, almeno l’oroscopo del 2019 lo potevano leggere. Così, giusto per essere vicino al popolo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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