Ieri il presidente del Consiglio regionale della Sardegna ha condiviso sulla sua pagina Facebook un vecchio fotomontaggio, di pessimo gusto, sul Gay pride tenutosi a Cagliari. Il problema è che il presidente Pais credeva che quell’immagine fosse autentica, come lui stesso ha ammesso in seguito, quando gli è stato fatto notare il clamoroso infortunio. Se ne deduce che il più alto rappresentante del massimo consesso politico sardo ha abboccato ad un grossolano esempio di informazione manipolata. Quel fotomontaggio, tra l’altro, gira da anni: bastava una rapidissima verifica per classificarlo come uno dei tanti esempi di spazzatura che infestano il web.
Il sistema strutturato delle fake news è una piaga drammatica. E ancora più drammatico è sapere che un alto esponente delle istituzioni, tenuto alla massima attenzione nelle comunicazioni, possa cascare così facilmente sopra una vistosissima buccia di banana. Senza accertarsi di quanto pubblica e offrendo visibilità ai mascalzoni che inquinano i social, inondandolo di falsità a scopo propagandistico. Nelle scuole, ormai, la difesa dalle fake è inserita nella programmazione curricolare: si insegnano ai ragazzi i rudimentali strumenti per individuare una bufala. Difenderli dal pattume che inonda la rete, innalzando le loro barriere critiche, è un dovere ormai indispensabile. Anche se a dirlo si finisce nella categoria dei radical chic, sappiamo che la percentuale di analfabetismo funzionale tra gli utenti della rete è molto elevata. Non saper comprendere un testo, non riuscire ad andare oltre il titolo, non saper verificare le informazioni sta alterando totalmente la nostra percezione della realtà. L’aspetto più maligno e repellente, nell’industria mondiale delle fake, è proprio nel loro approfittare di questo analfabetismo funzionale.di una gran parte di utenti, facilmente influenzabili da titoli forzati e notizie eclatanti che si rivelano poi prive di fondamento. Se questa vulnerabilità riguarda anche la classe politica ai massimi livelli, occorre porsi delle domande urgenti sulla qualità di questa classe politica.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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