Stavo per infilare la moneta nella fessura del parchimetro, all’ombra dell’ufficio pubblico al quale avrei dedicato la mia mattinata, quando ho sentito un trottare di zoccoli sull’asfalto. Una signorina dai capelli biondi e ricci correva verso di me, sventolando un foglietto bianco trattenuto tra indice e pollice della mano destra. “Nooooo, non metta la moneta: sono andata via prima di quanto pensassi, le regalo il mio”. E mi ha allungato il suo ticket parcheggio, scadenza ore 10.37.
Siamo rimasti fermi e zitti, per alcuni secondi, lei col braccio proteso verso di me, io con la moneta per metà infilata nel buco del totem, “la lascio scivolare dentro o no?”. Come due statue, lei mi guardava sorpresa e io la guardavo diffidente.
In quei pochi secondi ho pensato: “Dove sta la fregatura? Cosa nasconde questa? Perché dovrebbe regalarmi qualcosa? Sarà mica un biglietto falso e poi prendo la multa?”
Infine ho accettato il biglietto, ringraziando, mentre la signorina correva verso la sua auto.
Il breve tragitto verso l’ufficio l’ho occupato a riflettere sulla mia reazione, una volta realizzata. “Quand’è che sono diventato così?” “Da quando ho cancellato dal ventaglio delle possibilità umane l’atto di generosità disinteressata? Da quando, di fronte al pur piccolo omaggio di un prossimo che non si conosce, anziché ringraziare e compiacermi attivo tutti i sistemi di difesa?” “Com’è che la convinzione che nessuno ti regala nulla e nessuno fa nulla per nulla si è impossessata di me?” Ho anche pensato che in fondo sia sempre stato così, ma l’essermi sorpreso così sconosciuto a me stesso, in quella diffidenza stupida e inutile, mi ha fatto concludere che no, non sono sempre stato così. Bisognerà, una volta per tutte, che mi riprenda la vita strappandola alla sfiducia e alla paura: questo mi sono ripromesso, mentre tornavo a casa. Poi, al primo semaforo, ho confrontato attentamente il ticket del parcheggio regalatomi, valevole fino alle 10.37, e quello sputato dal parchimetro alle 10.32, pagato un euro, certamente autentico: nel tentativo di scoprire eventuali contraffazioni, ché accettare ticket parcheggio dagli sconosciuti è sempre un rischio.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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