Una volta, per due minuti, mi capitò di essere l’onorevole Giorgio Oppi.Non ho conosciuto l’onorevole Oppi se non attraverso qualche breve colloquio telefonico e non posso dunque scriverne un ricordo, ma la sua figura mi ha fatto tornare alla mente un episodio di cui fu inconsapevole protagonista. Oppi aveva una vasta clientela dalle mie parti e veniva spesso invitato a feste e ricevimenti come ospite d’onore.Tra i suoi riferimenti locali, ne conoscevo uno con cui anch’io ero in buoni rapporti.Questo “riferimento” aveva memorizzato nel telefonino il numero dell’onorevole sotto il nome “Giorgio”.Subito dopo, nella rubrica, venivo io, “Giorgioni”.Lo so perché un giorno il riferimento chiamò me credendo di parlare con l’onorevole e ci volle un po’ prima di chiarire l’equivoco.
Qualche giorno dopo, sul display del mio telefono lampeggiò di nuovo il numero del “riferimento”.Aspettai un attimo prima di rispondere, folgorato da un’idea diabolica.“Giorgio?”Mi limitai a biascicare un flebile sì.“Posso parlare?”Altro sì.“Dunque, ti stavo dicendo che…”Al che capii che forse c’era stato un precedente colloquio, probabilmente troncato, e questo doveva essere il secondo tempo, non fosse stato che il chiamante era nuovamente incappato nell’errore di numero.
Fu una vera, indimenticabile lezione.Il riferimento chiedeva l’intervento politico e il sostegno dell’onorevole perché voleva ottenere una certa candidatura. Sono passati molti anni e non ricordo tutto nel dettaglio, ma credo si trattasse di elezioni regionali.
Il riferimento era uomo tronfio, abituato a guardare tutti dall’alto in basso e a camminare a petto in fuori.In quel breve monologo ascoltai una persona irriconoscibile: prodigo di salamelecchi, ossequioso, deferente, prudente nella misura delle parole.Trattenevo a stento le risate immaginandolo genuflesso di fronte al potente, al quale supplicava una chiamata.
Dopo un paio di minuti in cui pronunciai solo due sì e osai persino un “braddigamente”, lo interruppi fingendo mortificazione:“Ma sei ********? Scusami, non sono Giorgio Oppi ma Francesco Giorgioni”.Riappese senza aggiungere una sillaba.Da quella volta non l’ho più sentito, e di questo a Giorgio Oppi sarò per sempre grato.📷
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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