miṡericòrdia s. f. [dal lat. misericordia, der. di miserĭcors -ordis: v. misericorde]. – 1. a. Sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla; anche, sentimento di pietà che muove a soccorrere…(dizionario Treccani). Beh, scordatevi questo valore cristiano, ricorrente in ogni funzione ecclesiastica e retaggio di catechesi giovanile. Anche la più laica umana pietà, corredo indispensabile della coscienza collettiva, ecco: scordatevi anche questa. Non perché siano fuori moda, sì, un po’ anche per questo, se ci fate caso sono valori e sentimenti umani troppo vicini al concetto di buonismo, fuori moda, quindi, ma in particolare perché la pietà, in quanto valore umano e civile, è stata derubricata come requisito civile, cancellata con un decreto legge. Perciò, da qui in avanti, soccorrere i bisognosi, prestare aiuto a chi domanda soccorso, potrebbe configurarsi come atto fuorilegge. Chiamarlo decreto odia il prossimo tuo poteva ingenerare equivoci, sarebbe apparso troppo audace, seppure veritiero, ma certe verità non vanno dette, vanno sottintese, così è pure più facile smentirle, all’occorrenza. Hanno preferito chiamarlo Decreto Sicurezza. Non protegge, anzi, ma è assai ruffiano. Sicurezza verso cosa? Sicurezza dalle organizzazioni mafiose, dalla Camorra, da Cosa Nostra, dalla Ndrangheta? Sicurezza da questi sistemi criminali che muovano un giro di affari annuo stimato in 150 miliardi di euro? No! Sicurezza dai poveri, dai derelitti, da chi domanda aiuto, da chi chiede l’elemosina. Hanno dichiarato guerra ai poveri non alla povertà. Anche qui ci si nasconde, non lo dicono apertamente che non vogliono in mezzo a loro persone che frugano nella spazzatura alla ricerca di rifiuti commestibili. Ci avevano provato ad allontanarli dai centri urbani con argomenti quali inestetismo e decoro, ma con scarsi ritorni elettorali, evidentemente. Ora, tra gli applausi della folla, si usano le ruspe per distruggere il giaciglio ai senzatetto. Facendo apparire il povero potenzialmente pericoloso, funziona meglio, fa addirittura proseliti e allontanarli, confinarli, impedire loro l’accesso in delimitate aree lo hanno chiamato Daspo, che somiglia quasi alla prescrizione del medico. Prima hanno inventato la differenza tra chi muore per via delle guerre e chi per fame, rendendo accettabile la prima e deprecabile la seconda; poi l’hanno scritto nella legge che non c’è accoglienza per i derelitti della terra, per i cittadini del mondo in pericolo di vita a causa delle guerre e delle carestie, ma con quella distinzione. La legge, infatti, afferma che se è provato che lo straniero chiede asilo per non essere ammazzato dalle bombe è probabile che venga accolto. Invece, se lo tolgano dalla testa tutti quelli che chiedono rifugio per non morire di fame, perchè in nome della sicurezza è stato abolito il permesso umanitario. Bussino altrove, insomma, la pietà non abita più qui. Ciò non fermerà il flusso migratorio, ma accrescerà a dismisura le presenze illegali e l’area della disperazione, ma intanto qualcuno farà messe di voti. Prima, facendolo apparire un gioco, hanno sbeffeggiato la solidarietà, hanno chiamato buonisti quelli che aiutano il prossimo, ignorando che fanno parte di questa categoria le migliaia di volontari che ogni giorno suppliscono ad un welfare non più capace di coprire la fascia dei bisogni più elementari di un esercito di poveri. Poi hanno smesso di scherzare e sono giunti all’aberrazione di togliere il cibo ad alcuni bambini nelle scuole pubbliche, dove in quelle stesse aule vogliono che campeggi un crocefisso. Hanno criminalizzato le ONG, che dopo la chiusura di Mare nostrum hanno colmato l’assenza di soccorso in mare da parte degli Stai europei prima e italiano poi; situazione che senza questa sussidiarietà non sarebbe stato possibile garantire l’esercizio dei diritti fondamentali delle persone. Nel Paese della evasione fiscale endemica e dei condoni, dove partiti al governo rubano milioni di euro alla Stato e la corruzione ha pervaso quasi tutti gli organi amministrativi statali, da una parte si smontano gli Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati in diretta collaborazione con i comuni, dall’altra si costruiscono pretesti per mettere agli arresti la solidarietà nella sua forma più autentica, come quella dell’esperienza di Riace e del suo sindaco esiliato. Non hanno ucciso solo la pietà, con questo decreto, come ha dichiarato l’ANPI: “…si stravolge di fatto la costituzione e l’italia entra nell’incubo dell’apartheid giuridico.” L’attacco in corso è diretto al cuore della convivenza civile di questo Paese; comunità che, quando non è mossa da ferocia, sembra narcotizzata di indifferenza. Non è dato sapere se per Natale daranno corso alla Black friday della bontà; 24 ore di gesti solidali, opere di bene, di buonismo sotto l’albero e il bambinello nel presepe. Eventualmente occorrerà fare in fretta perché da Santo Stefano si torna ad essere le carogne che siamo diventati.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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