Quasi a reti unificate, in questo ultimo mese, ci hanno rappresentato la meraviglia di un Paese in ripresa. Il guitto di Rignano, con le faccine e le movenze provate in camerino, andatura stile John Wayne incontro le “Ombre rosse”, ci ha ripetuto la giaculatoria: – Siamo tornati ai livelli pre-crisi. Crescono le intenzioni d’acquisto. L’Italia ci crede. Ciao gufi – Gli ha fatto eco Mattarella, il “Grinta”: – La crisi è alle spalle – mentre nell’aria erano ancora stagnanti gli aromi alimentari dell’Expo che toglie la fame dal mondo.
Poi, mentre compri la tua schiuma da barba, osservi le persone tra gli scaffali del market che comprano quello che possono e non ciò che gli serve, che si fanno i conti contando i pezzi sul carrello, per evitare sorprese imbarazzanti alla cassa. La Coldiretti dice che gli acquisti del latte sono diminuiti del 10%. Vedi i giovani senza lavoro, ammortizzati dalle pensioni sotto la soglia di povertà, indotti a pensare che se le cose nel Paese vanno così bene e tu vivi nella periferia sociale, se quest’Italia avanza facendo a meno di te, allora la colpa è tua e lo sfigato sei tu. Dopo settimane di assillanti grafici sull’economia in risalita, l’Istat, forse liberatasi della sindrome di Stoccolma, racconta di un’Italia affamata: una famiglia su quattro è a rischio povertà. 6 milioni di cittadini italiani soffrono la povertà alimentare e 3 milioni e mezzo di persone sono sostentate dai canali delle organizzazioni umanitarie, supplendo un welfare col braccio corto, arginando tensioni sociali vicine ad esplodere, impedendo che vengano emessi certificati di morte per inedia. Adesso, però, non è tempo di parlare di cibo e dobbiamo pure tenere a bada le nostre intenzioni d’acquisto (sognavo la Porsche Cayenne, mannaggia). Dobbiamo fare i conti con l’emergenza del terrore, per farvi fronte ci chiederanno il sacrificio di qualche libertà e ci faranno pure rischiare qualche avventura. Paura che ci distrae dal bisogno di cibo e distrae risorse economiche per salvarci la vita. Ché se scoppia la bomba ci toglie pure la possibilità di morire di fame.
(Giovannimaria Mimmia Fresu)
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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